Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

5 set 2012

Stanley Kubrick. L'arancia meccanica - Giorgio Cremonini (Saggio - 1996)


"Il suo è un linguaggio freddo, razionale, conseguente, che viviseziona spietatamente le contraddizioni, con una messa in scena curata e levigata sin quasi alla perfezione e una costruzione del racconto che toglie spazio alle emozioni per riservarlo alla lucidità della riflessione".

‘Arancia meccanica’ è un film claustrofobico, perfetto nelle simmetrie, dai dettagli spiazzanti, ricercati, volutamente sperimentali, dalle infinite citazioni (ma ogni film di Kubrick è miniera inesauribile di criptocitazioni), dalle geniali scelte dei commenti musicali. È un film che non giudica, che non dà giudizi morali, ma che si limita a descrivere l'uomo, la sua innata contraddizione, il suo oscillare tra la violenza e i vani tentativi di porvi rimedio. È un universo di contrasti, di antinomie, che tratteggia l'individuo, la fragilità del mondo e la società in cui esso è assorbito. 
L’accorto studio di Cremonini non soltanto mette in luce tutto ciò, ma evidenzia le contraddizioni che Kubrick ha analizzato in tutta la sua opera. In particolare, come avevo già rilevato a proposito del romanzo di Burgess, l’autore si concentra sul confronto-scontro tra Natura e Cultura, tra nomos e physis. Il volume inoltre si fa prezioso per i continui richiami alle altre opere kubrickiane (e all’indispensabile libro di Bernardi) e per gli interessantissimi confronti con il capolavoro del 1971. Considerevole la ricostruzione dei fenomeni culturali che negli anni appena precedenti l'uscita di 'Arancia meccanica' suscitarono dibattito e clamore (su tutte la pop art) e che di certo furono di ispirazione per Kubrick.
Cremonini, almeno nelle intenzioni, cerca di essere il più obiettivo possibile nell'analizzare il film. Certo, non mancano esultanze di fronte alla figura di Kubrick, ma è il genio di Kubrick stesso a suggestionarlo. Questo non toglie che le sue interpretazioni siano sottili, condiscendenti, denotino finezza, intuito e ottimo spirito d'osservazione.

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