Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 set 2017

Sicilia. La fabbrica del mito - Matteo Collura (Saggio - 2013)

"Esseri umani disperati che l'istinto di sopravvivenza nel tempo ha spinto a livelli di adattabilità altrove impensabili; maschere che di volta in volta assumono le sembianze di feroci mafiosi o, al contrario, di docili esseri umani dalle sagge parole e dall'ospitalità tanto generosa da apparire servile. Ed è in questa duttilissima adattabilità, in queste verosimiglianti maschere che si annida la mentalità mafiosa. Quel che si vuol dire, insomma, è che la mafia si può affrontare e persino vincere, mentre è assai più difficile liberarsi di quella che abbiamo definito mentalità mafiosa".

In bilico tra le notizie di cronaca e di mafia (una delle protagoniste del libro) e la storia e la bellezza di una terra estrema, in questo volume si cerca di raccontare i grandi miti che sono nati dalla fucina di paradossi che è, appunto, la Sicilia. Così il mito di Persefone (unico mito classico raccontato, inteso, però, come storia di una fuitina, che ricompare anche nel ricordo della storia d'amore tra Elio Vittorini e Rosa, sorella di Salvatore Quasimodo), la misteriosa morte di Vincenzo Bellini, la storia del bandito Giuliano, i racconti di morti (come, per esempio, quella di Ippolito Nievo), i sequestri mafiosi, la vicenda di Cagliostro o del satanista Crowley, la misteriosa fine di Ettore Majorana e le stravaganze del principe di Palagonia diventano nuove favole, amare, terribili, suadenti allo stesso tempo, ma pur sempre storie che si idealizzano e si vestono con i panni traslucidi del fantastico. 
Un libro colto, ricco di citazioni, ma anche di rimandi a fatti o relazioni che, apparentemente, possono sembrare distanti tra loro. A tratti una raccolta di storie di fiele, che della bellezza di alcuni miti lascia trapelare il disincanto dell'essere siciliano oggi. Leggende che, infatti, condizionano un'isola che continua a ritenersi l'ombelico del mondo.

Terra di contraddizioni e di eccessi, la Sicilia di Collura è, e non poteva essere altrimenti, personale e di memoria. Con lo stile di chi conosce la letteratura, specie quella siciliana, lo scrittore, in qualche modo, parla di sé. E si avverte, forte, la nostalgia verso la sua terra natia e di infanzia, nonostante tutto...

7 set 2017

Confessioni e anatemi - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1987)

"I soli avvenimenti notevoli di una vita sono le rotture. Sono anche quelle che svaniscono per ultime dalla nostra memoria".

"Voglia di ruggire, di sputare in faccia alla gente, di trascinarla per terra, di calpestarla... Mi sono esercitato alla decenza per umiliare la mia rabbia, e la mia rabbia si vendica appena può".

"Tutte le anomalie ci seducono, in primo luogo la Vita, anomalia per eccellenza".


L'ultimo libro pubblicato quando Cioran era in vita è un libro stanco, senza guizzi di originalità; un ultimo respiro sempre amaro e tragico. Ai margini dell'esistenza, ancora più vicino a posizioni orientali, scettico e disingannato di fronte agli istanti, al tempo, alle esasperazioni della quotidianità e dell'insonnia il filosofo ride della vita e ammicca alla morte. E in questa drammatica perplessità, si avverte la sua nefasta frattura con l'esistenza.
Aforismi che hanno in sé un che di chiaroveggente, nefasto, greve ma pur sempre prossimo al vero.

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