Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

3 set 2012

Il giudice beffato - Donatien-Alphonse-Francois de Sade (Racconto - 1787)


"Per cinque volte di seguito è coronato dall'amore, finché al mattino le finestre aperte lasciano penetrare un raggio di luce nella stanza, e agli occhi del vincitore si offre la vista della vittima che ha immolato... Giusto cielo, che scena, quando scorge una vecchia negra in luogo di sua moglie, quando vede un volto nero e orrendo rimpiazzare le grazie delicate che aveva creduto di possedere!"

L’odio del ‘divin marchese’ verso la magistratura lo indusse a scrivere un racconto rabbioso, spietato, disperato se vogliamo, senz’altro vendicativo, senza un briciolo di ironia nonostante la banalità del comico che ci mostra e ci anticipa sin dal titolo. Il protagonista del racconto, il signore di Fontanis, magistrato e presidente del parlamento di Aix, non è un eroe; è la vittima predestinata di Sade. Il signore di Fontanis è l’emblema della magistratura cui Sade scaglia i suoi crudeli strali. 
La trama è semplice. Il vecchio e immorale magistrato è scelto dal barone de Téroze per darle in sposa sua figlia, una bellissima diciottenne già innamorata del giovane conte d'Elbène. Senza troppi preamboli, il vecchio e la giovane si sposano, ma questa, con l'aiuto dell'amato, della sorella e del cognato, si fa beffe del marito. Lo avvelenano la prima notte di nozze; lo lasciano cadere dal letto mentre è confuso dal sonno; lo inducono a copulare involontariamente con anziane e asini; lo costringono a passare alcuni giorni in un castello infestato da fantasmi violenti; gli fanno credere che improbabili palloni aerostatici sfreccianti sulle costellazioni che mostrano due giovani congiungersi sessualmente siano rari fenomeni astronomici. Ovviamente non possono mancare le torture sadiche e quindi una notte il povero magistrato è vittima di flagellazioni e crudo terrore psicologico. Le beffe, come si vede, sono decisamente ridicole. Però la ripetizione continua e sfrenata di esse porteranno il giudice allo sconvolgimento e finirà per ammattirsi  e scappare dalla moglie e dalla famiglia. 
Un racconto noioso, ripetitivo, traboccante di vicende, senza molti momenti da dedicare alla riflessione. Un racconto contro i pregiudizi, anche se di pregiudizi è fondato. Ma quale messaggio il marchese de Sade ha voluto lasciare? Il messaggio della Natura, e non poteva essere altrimenti: se gli uomini sono diversi tra loro, allora è ingiusto pretendere che esistano leggi uguali per tutti. Di conseguenza devono essere legittimati persino i delitti più orrendi. In fondo chi sono i giudici che si permettono di giudicare contro natura? Piuttosto dovrebbero pensare di più a godere!

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