Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 nov 2016

Perché crediamo in Dio (o meglio, negli dei) - J. Anderson Thomson (Saggio - 2011)

"La religione può offrire conforto in un mondo duro; può promuovere la formazione di comunità; può istigare un conflitto. In breve, può avere la sua utilità, nel bene e nel male. Tuttavia è stata creata dagli esseri umani e il mondo sarebbe migliore se la smettessimo di confonderla con la realtà".

È davanti agli occhi di tutti quanto le credenze religiose abbiano un impatto profondissimo sugli individui e sulla società. Lo psichiatra statunitense, in questa analisi divulgativa ma attento a indicare tutti gli studi che ci stanno dietro, cerca di spiegare come sia la nostra mente a generare le credenze religiose e le affermazioni sul sovrannaturale. Per dimostrare che non c'è nulla di trascendente che dall'alto ci cala la sua verità, mette sotto esame i meccanismi e l'evoluzione del nostro cervello al fine di porre rimedio agli impatti distruttivi che dobbiamo subire dalla religione e dall'idea di un Dio (o di dèi). Perché, quindi, la religione, oggi, riesce ad attecchire negli uomini? Perché alla luce delle nuove scoperte dei meccanismi della mente ancora oggi si dà peso a certe credenze? Sviluppando concetti evoluzionistici, il libro è costellato di illuminanti citazioni darwiniani, Thomson sostiene che la religione sia un sottoprodotto di diverse predisposizioni psicologiche che offrirebbero un vantaggio per la nostra sopravvivenza. Frutti dell'evoluzione, i sistemi di attaccamento (bisogno di qualcuno su cui contare), la scissione tra mente e corpo, la disconnessione cognitiva, l'autoinganno, i neuroni a specchio sono solo alcuni dei processi mentale che spiegano il nostro bisogno di religione.
Dio è dunque un sottoprodotto dei processi cognitivi della nostra mente, un meccanismo del tutto simile a quello che ci spinge ad assumere cibi spazzatura, pur sapendo che ci saranno indigesti.
Un testo divulgativo, ma che di certo può offrire ottimi spunti di riflessione.

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