Madame Denis è, in tutto questo, un confessore, un’amante con cui potersi sfogare. Alcune lettere, appunto, si rivolgono a lei come se questa fosse un’amica, altre invece, lagnose, riportano il racconto di numerose brighe quotidiane. Racconta alla nipote delle sue malattie (ipocondria?), della sua insofferenza verso la vita di corte, ma sempre si legge dell’affezione sentita, vera, addirittura compassionevole quando il filosofo apprende della morte del marito della nipote.
Parecchie lettere sono scritte, soprattutto quelle legate al desiderio e all’amore, in un italiano sgrammaticato, ingenuo e quasi burocratico, eppure vi si lascia sempre trasparire la sincerità e la passione verso la nipote. E non mancano divertenti, quanto inaspettate, oscenità che alludono a una loro storia sessuale…
Importanti le note che arricchiscono le epistole alla fine del libro: raccontano da vicino gli anni del filosofo e scrittore francese durante lo scambio epistolare con madame Denis.
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