Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

30 gen 2012

Donna Mimma - Luigi Pirandello (Racconti - 1925)


"E ve ne liberate, voi, almeno di quest'orribile ingombro materiale, andando a lasciare i vostri morti al camposanto. Sarà una pena, sarà un fastidio; ma poi vedete sciogliersi il mortorio, calare il feretro nella fossa; là, e addio. Finito. 
Vi sembra poca fortuna?"

Non pochi dei racconti di questa raccolta hanno le sembianze della favola, della storia con una morale di fondo. Morale amara però, con un retrogusto di pessimismo e relativismo che desola, che rattrista. L’invidia, il contrasto tra l'antico e il moderno, le astuzie della ragione che sbriciolano le maschere e le ipocrisie fissate da false certezze, l’assurdità che spesso riesce a vincere, sono i temi portanti che si possono cogliere. I personaggi sono tutti sofferenti, che si dolgono per i dolori dell'esistenza generati dall'invidia, dalla gelosia, dalla relatività dei punti di vista.
Affiora un Pirandello psicologo, un analista del profondo, dove si scova una ragione - sempre di prospettiva - che non riesce mai a vincere, a consolare. Per contrasto, in più, la stupidità mostra il suo volto più terrificante, più raccapricciante. La curiosità, la molla verso la conoscenza, non sempre può essere soddisfatta e i protagonisti, gli uomini, si trovano di fronte al bivio: rassegnarsi all’ignoranza o crucciarsi fino a trovare la follia.

22 gen 2012

Storia di Tönle - Mario Rigoni Stern (Romanzo - 1978)


"Ma Tönle Bintarn pascolava le sue pecore fuori da tutto ciò; sovente, nella sua solitudine, gli veniva da pensare a quanto gli aveva raccontato il carbonaio e a quanto gli aveva insegnato la vita; e forse riusciva a vedere le cose e i fatti che stavano accadendo in un vasto panorama storico - la solitudine, la montagna? - che ai più forse sfuggiva perché immersi dentro". 

Primo capitolo della 'Trilogia dell'altipiano', è la storia di Tönle Bintarn, bracconiere e pastore, che, ferito una guardia regia, è costretto a fuggire tra le montagne dell'Altipiano di Asiago. Siamo dunque nel 1866, quando il Veneto fu coinvolto nel terzo conflitto d'indipendenza del Regno d'Italia. Le vicende si susseguono tra viaggi in cerca di lavoro, incontri nascosti con i familiari, gli anni che passano, la neve e il freddo che si fanno coprotagoniste, un'amnistia che arriva solo una quarantina d'anni dopo, una solitudine vissuta nell'anonimato. Gli eventi si accavallano, si addensano velocemente, novecentescamente; non c'è troppa meditazione sugli episodi, sono essi stessi che comandano il racconto. Tönle non disprezza la solitudine, ama il suo gregge (ed è spontaneo che venga in mente il pastore leopardiano), il distacco dalle necessità, e, seppur informato, non ha alcuna intenzione di essere coinvolto dai fatti che la storia umana ci consegna. Vuole essere solo uno spettatore. Però, per futili motivi, è considerato un traditore e la Grande Guerra lo coinvolgerà nella sua stupidità. Ormai anziano è catturato dagli austriaci, ma riesce a ottenere la libertà. Inizia allora il lungo viaggio del ritorno nella sua terra, nella sua casa. Una terra e una casa che troverà distrutte e che, nella rassegnazione, porteranno Tönle, una sera di Natale, a pensare alle tranquillità del passato, mentre la morte improvvisa lo coglie subitanea.

Questa è la storia di un uomo solitario, un uomo che vuole vivere una vita degna di essere ricordata da vecchio, mentre la natura e i suoi cicli gli ricordano il cerchio dell'esistenza umana. Ma la grande Storia si intreccia con la vita di Tönle e la serenità, seppur perseguita con il distacco del filosofo antico, non potrà mai essere totale, perfetta.

12 gen 2012

La tomba e altre storie dell'orrore - Howard Phillips Lovecraft (Racconti - 1917/1929)


"Per la prima volta in vita sua, quella notte conobbe la paura: anche se si divincolava con tutte le sue forze, non riusciva a sganciarsi da quella misteriosa stretta che lo afferrava per i piedi, attanagliandolo senza mollare neanche per un secondo la presa".

Rileggere un libro è sempre un rischio. Potremmo trovarci di fronte a una nuova sorpresa, o al contrario a una delusione, oppure alla conferma che la lettura passata e le sensazioni di allora avevano colto nel segno. Rileggere un’antologia di racconti dell’orrore di Lovecraft non è esente da questa, ovvia, legge. Si rischia; ho rischiato. 
Il soprannaturale, l’orrore, la metafisica nella tecnica narrativa di Lovecraft si vestono con gli abiti eleganti della verosimiglianza. Anche se quello che leggiamo non può essere vero, la capacità descrittiva dello scrittore di Providence ci spinge a crederci. La persuasione diventa così il punto fortissimo della sua narrativa. La cura delle atmosfere, ricercate e ovattate, sorprende e abbaglia perfino, e la sensazione di leggere delle storie dell’orrore, e quindi irreali, in un primo momento sparisce del tutto, per poi permettere al terrore di esplodere nelle nostre vene. Il reale, descritto con minuzia scientifica, si fonde alla visionarietà dell'irreale e i due stati, di veglia e di sonno, si liquefanno armonicamente lasciando che la paura, o meglio il terrore, ci conquisti con la sua agghiacciante sinfonia.
I protagonisti sono sempre degli alienati, spesso colti e raziocinanti, emarginati da una società superficiale e abietta, e ci mostrano quanto questi racconti - scritti in prima persona - siano non solo per molti aspetti biografici, ma anche sociologici. Il mondo, le visioni degli universi sterminati e alternativi dell'immaginazione dello scrittore statunitense, descrivono paradossalmente il mondo tangibile che ci circonda, con tutte le sue imperfezioni e i drammi dell’esistenza. Inoltre i luoghi descritti e sognati nei racconti sono le regioni delle nostre paure; così case stregate, abissi marini, tombe chiuse da massicci cancelli, angoscianti vagoni di treni, nascondono gli angoli bui del nostro inconscio dove la paura e il terrore sono sovrani incontrastati.
Su tutti: 'La tomba', 'Nella cripta', 'I cari estinti'.

Il rischio: ne è valsa la pena. Chissà però se la prossima lettura avrà la stessa potenza emotiva.

5 gen 2012

Classifica: i più belli e i più deludenti del 2011


Anche il 2011 è andato. Un anno storico per me, di scuola di vita, a tratti pieno di impegni, di studi, di piacevolissime compagnie. Un anno di letture anche (non moltissime in verità, appena 63 libri letti, ma non piango per questo). E allora è giunto il momento di trovare una sintesi, un senso, se di senso si può parlare, al viaggio rapsodico intrapreso tra gli incanti delle pagine scritte. E se lo scorso anno avevo compilato un elenco delle mie letture preferite e di quelle sdegnate, adesso non posso, né voglio, tirarmi indietro.

Ecco quindi i cinque libri più belli dell’anno appena trascorso:
1. Essais
2. Il processo
3. Diario di scuola
4. I piccoli maestri
5. La caduta nel tempo e La zia Julia e lo scribacchino (ex aequo)

E di seguito i libri più deludenti:
1. Orgoglio e pregiudizio
2. François le Champi
3. La marchesa di O..., Michael Kohlhaas
4. La formazione di uno scrittore. Il caso Bufalino (1981 - 1988)

È stato soprattutto un anno di conferme, Nietzsche, Bufalino, Freud, Bukowski, ma un ‘nuovo’ scrittore si è distinto: Bonaviri. Spero che il 2012 sia l’anno della riprova.

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