Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 mag 2020

La versione di Barney - Mordecai Richler (Romanzo - 1997)

"Al lago ho un vicino, uno dei sempre più numerosi pirati dell'etere, che si è fatto installare una parabola. Da noi le parabole sono fuorilegge, perché consentono di captare gratis un centinaio di canali americani a pagamento. Lui con un decoder da trenta dollari li becca tutti. Da un certo punto di vista mi trovo in una situazione molto simile: anch'io, nel mio crepuscolo, passo lunghe notti a ricevere dal passato un guazzabuglio di immagini criptate, ma a differenza del mio vicino non riesco a decodificarle. Ormai mi succede spesso di svegliarmi senza sapere più bene cosa accadde davvero quel giorno al lago. Mi viene persino il dubbio di avere ritoccato gli eventi a mio vantaggio, come del resto ho fatto con innumerevoli altri episodi mia vita"


Il ricco ebreo canadese Barney Panofsky, un produttore televisivo di un certo successo vicino ai settant'anni, decide di scrivere la sua biografia, una sua versione dei fatti della morte dell'amico Bernard Boogie Moskovich. Quest'ultimo è stato un vero amico per Barney, un eroe di guerra, un artista, un intellettuale, molto colto, amico di avventure giovanili e di sbronze, e non può averlo ucciso lui, anche se l'ultima volta che si sono visti hanno litigato. Sebbene un processo lo abbia già dichiarato non colpevole, Barney adesso deve difendersi dall'accusa di omicidio che gli ha rinnovato lo scrittore e vecchio amico Terry McIver. Il narratore, che ha molti vuoti di memoria (si scoprirà che soffre del morbo di Alzheimer), si racconta per mezzo di fulminanti associazioni di idee che spostano il racconto in avanti e indietro, in un bel gioco a incastri che si tiene sulla volontà di portare una difesa solida contro la nuova accusa. Quindi, tra Parigi e Montreal, narra una vita ricca di ricordi, di incontri, di bisogni, di disagi. Così come racconta del rapporto altalenante e conflittuale con i figli Michael, Saul, Kate e le nuore.
Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna dedicata a una moglie (anche se le storie si intersecano tra loro). La prima, Clara, è un'artista cleptomane e dissoluta che muore suicida a Parigi. La Seconda Signora Panofsky, innominabile, è una ricca ereditiera dalla quale divorzia presto, dopo che era andata a letto con Boogie un attimo prima che quest'ultimo sparisse (da qui l'accusa di omicidio). E la terza, Miriam, madre dei suoi tre figli e vero grande amore, ma persa per una scappatella di Barney dopo trent'anni di matrimonio. È una vita dissipata quella di Barney, dedita all'alcol, scorretta e fuori misura. Spesso all'ombra degli altri, costellata di amici dissoluti e finti bohémien annoiati della loro esistenza. Eppure, almeno così sembra, non è stato lui ad uccidere l'amico Boogie...
Il figlio Michael, alla morte del padre, ha il compito di correggere e pubblicare l'autobiografia, corredata da un suo poscritto che chiarisce come sia morto veramente Boogie, e i vuoti di memoria e le imprecisioni sono riempiti e corrette nelle note che puntellano i piè di pagina.
Romanzo ironico e piacevole, anche se capita che ogni tanto pecchi di un certo grado di americanismo, di tratti da Beat Generation che raccontano fatti inutili e insignificanti, con quel modo di fare sciatto e senza spessore tipico degli scrittori americani del Novecento. Forse un po' diluito e lungo, ma l'aspetto più interessante rimane il suo essere caleidoscopico, un flusso di ricordi che non si arresta e che si intreccia, nonostante gli inciampi della memoria di Barney.

9 mag 2020

L'orologiaio cieco - Richard Dawkins (Saggio - 1986)

"Se camminiamo avanti e indietro su una spiaggia ghiaiosa, noteremo che i ciottoli non sono disposti in modo casuale. Quelli più piccoli tendono tipicamente a trovarsi in zone separate che corrono lungo la spiaggia, e quelli più grandi in altre zone o strisce a sé. I ciottoli sono stati scelti, sistemati, selezionati. Una tribù che vivesse in prossimità della spiaggia potrebbe meravigliarsi dinanzi a questa manifestazione di una scelta o disposizione ordinata nel mondo, e potrebbe sviluppare un mito per spiegarla, attribuendola per esempio a un Grande Spirito in cielo, con una mente precisa e uno spiccato senso dell'ordine. Noi potremmo sorridere con aria di superiorità dinanzi a una nozione così superstiziosa, e spiegare che la disposizione ordinata dei ciottoli è stata opera in realtà delle forze cieche della fisica, in questo caso dell'azione delle onde. Le onde non hanno alcun fine e nessuna intenzione, né una mente ordinata, e neppure una mente in generale".


Il biologo ed esponente di prestigio del neodarwinismo Dawkins, in questo corposo volume, integra la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Darwin con la teoria dell'ereditarietà di Mendel, con la matematica probabilistica e statistica della genetica della popolazione, con i dati della paleontologia, affronta il tema della complessità degli esseri viventi e spiega come l'improbabile perfezione della vita sia spiegabile con la conoscenza dei sistemi selettivi darwiniani.
Riprendendo l'argomento teleologico dell'orologiaio, tanto amato e sostenuto dai creazionisti, lo scienziato sostiene che questo orologiaio deve essere cieco; non pianifica, non ha alcun disegno intelligente da attuare. L'unico orologiaio, cieco, che non pianifica fini, è la selezione naturale. Gli occhi, il sonar dei pipistrelli sono esempi che possono far pensare a un disegno divino, a un progetto, ma in realtà sono solo il frutto dell'evoluzione e della selezione naturale. L'autore ribadisce più volte che è la mutazione a essere casuale, non la selezione naturale. Il processo cumulativo dei piccoli mutamenti è diretto da uno sviluppo come quello della sopravvivenza che non è casuale, ma automatico.
Utilizzando la matematica e il calcolo probabilistico, nonostante il nostro cervello non sia tarato per simili numeri, si arriva a capire che teorie come quella del brodo organico primordiale siano plausibili. I geni si selezionano in virtù della loro relazione con l'ambiente esterno e la selezione naturale può così essere spiegata come una forza costruttiva. Il Darwinismo non è una teoria del caso, checché ne dicano gli antidarwiniani. Ed è in questa prospettiva che si confutano le tesi dei creazionisti, dei saltazionisti, dei cladisti trasformati, dei lamarckiani.
L'incredulità di alcuni di fronte all'elegante teoria di Darwin è frutto dell'ignoranza e del bisogno di avere risposte veloci. Purtroppo il mutamento evolutivo è molto più lento del percepito del nostro cervello. Questo è uno dei motivi per cui si dubita ancora oggi della teoria di Darwin. Un altro motivo di incredulità risiede nel fatto che siamo abituati a credere che l'eleganza (di un occhio, di un sonar di pipistrello, ecc...) sia il frutto di un progetto, di un'intenzionalità, ma questo non è vero. Darwin, quindi, l'evoluzionista afinalista, contro Paley, il teologo creazionista che meglio ha descritto la prova teleologica.  

Dalla grande passionalità dell'autore che spiega argomenti davvero complessi con semplicità, viene fuori come la biologia sia una scienza molto articolata e difficile, ma allo stesso tempo affascinante e illuminante. Oltre all'evidenza dei fatti e delle scoperte scientifiche che sempre più portano prove alle teoria dell'evoluzione di Darwin, secondo me, è anche il rasoio di Ockham che ci suggerisce che non può esserci un confronto serio tra evoluzionisti e creazionisti. Dunque, alla domanda creazione o evoluzione? (come il sottotitolo del saggio), non c'è nessun dubbio su quale sia la risposta!

3 mag 2020

Il libro dell'inquietudine - Fernando Pessoa (Romanzo - 1982)

"All'improvviso oggi ho dentro una sensazione assurda e giusta. Ho capito, con una illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno. Nel balenìo del lampo quella che avevo creduto essere una città era una radura deserta; e la luce sinistra che mi ha mostrato me stesso non ha rivelato nessun cielo sopra di essa. Sono stato derubato dal poter esistere prima che esistesse il mondo. Sono stato costretto a reincarnarmi, mi sono reincarnato senza di me, senza essermi reincarnato".


In quest'opera postuma e incompiuta, il protagonista, Bernardo Soares (evidentemente un Pessoa mutilato) redige un diario esistenziale, una confessione intima, un'autobiografia abissale. Soares, infatti, sonda il suo subconscio, un universo che condiziona la realtà che percepisce con i sensi. Per lui la vita è solo casualità, la quotidianità è grigia, anche se costellata da piccoli fulmini di rivelazioni. Scritto nei primi anni Trenta del Novecento, ci troviamo a Lisbona, più precisamente in rua Dos Douradores. Tutta la dimensione esistenziale del protagonista si trova lì, tra l'ufficio e l'alloggio al quarto piano. Da questa via, osserva il mondo esterno, ma soprattutto quello interno, un mondo che in fin dei conti non conosce veramente. Soares, un aiutante contabile alle dipendenze del signor Vasques (un uomo normale che simboleggia la banalità della vita), è incapace di vivere la quotidianità, contempla la sua vita con la sensibilità del poeta tragico. Non è un caso che soffra di insonnia. Nella piena consapevolezza di essere un polline che svolazza in balia del vento, non sono raccontati fatti e storie, soltanto riflessioni, emozioni e inquietudini. L'unico fatto è quello esistenziale dunque, un'esistenza dagli esiti conservatori e romantici. La realtà per lui è l'immaginazione, il sogno, e quindi è come se esistesse in un cimitero, un morto ambulante tra morti sepolti. Un'inquietudine, è inevitabile, che si traduce come tormento e tempesta. La solitudine (nel bene nel male), l'indifferenza, la noia, l'attesa, la stanchezza del pensiero e dell'intelligenza, l'inazione tratteggiano la complessità dell'animo di Soares e dell'uomo che trova il tempo per riflettere e collocarsi nello spazio e nel tempo.
Quattrocento frammenti poetici e simbolisti, uno zibaldone capolavoro della letteratura esistenziale.

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