Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

27 mar 2011

Aurora - Friedrich Nietzsche (Aforismi e pensieri - 1881)

“E dietro questa vera follia, non sta anche il più immodesto di tutti i riposti pensieri, quello di essere noi stessi il principio del bene, poiché è alla nostra stregua che si misura bene e male?"

Sapere, sviscerare fin dentro le ossa, penetrare con passione nella parola, nella scienza, per smantellare pregiudizi morali, religiosi, mondani; per cogliere i chicchi d'uva, pure quelli amari, della verità. In ciò consiste, in estrema sintesi, lo scopo del filosofo: un uomo solo, con un’ombra poco silenziosa, un dostoevskiano uomo del sottosuolo che scava e, nel sotterrarsi, demolisce quella fede che filosofi e teologi hanno calato nella morale, nell'idea insana del bene e del male. "Pensieri sui pregiudizi morali" recita il sottotitolo: occorre compiere una rivoluzione, un ribaltamento, sicuro e tracotante, per porre fine alla notte e inaugurare così l'alba di una nuova età, da accettare, da condividere nella sua pienezza. Pregiudizi morali che hanno la loro origine nel divieto e nel comando del passato, dell'educazione, della tradizione; un Super-io ante litteram dunque. Naturalmente, per vedere l'alba di una nuova era, è necessario distruggere le tenebre costruite sulle menzogne e sulle superstizioni. Per farlo, per distruggere questo buio, questo cielo di novilunio e insieme nuvoloso, bisogna smascherare, e poi uccidere, il colpevole: il secolare e nefasto insegnamento cristiano.
Rovinare selvaggiamente quelle che da sempre sono state ritenute certezze assolute, indiscutibili, non è compito di molti. Nonostante lo sforzo sovrumano del filosofo, troppo sovrumano forse, ancora oggi, anche nel silenzio e nell'apatia, alcune, troppe menzogne sopravvivono. Ma la filosofia, la ricerca della verità, alle volte, a dispetto di quanto alcuni sostengono, non sparisce nella notte in cui tutte le verità sono nere.
Lo stile di quest’opera capitale, raggiante, suggestivo, efficace, si manifesta, alle volte anche nel piglio dei moralisti francesi del XVII secolo, nella grandezza degli aforismi e dei pensieri con cui Nietzsche quasi si diverte a mostrare la sua sofferenza. È un libro per respirare l'aria frizzante dell'aurora, un libro, un autore, comunque non facile; da leggere nel silenzio più assoluto, al lume di candela magari; rischiando però di spaventarsi nel trovarsi di fronte la propria ombra che rivendica vendetta.

Forse l'unico neo del libro (e può darsi dell'opera nietzschiana) sta in quel senso di estrema fiducia che ci propina ottimismo, dovuto alla certezza che tutto può cambiare e che tutto può essere distrutto per inaugurare, infine, un nuovo inizio e un nuovo meriggio. Chissà, ho come l’impressione che tutt’oggi la luce del crepuscolo si sia appena spenta.

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