"La corporeità che i santi acquistavano già attraverso le figurazioni artistiche, era accresciuta dal fatto che da lungo tempo la Chiesa aveva permesso e incoraggiato il culto delle loro reliquie. Quell'attaccarsi alla materia non poteva non influire sulla fede, portando a incredibili esagerazioni. Quando si trattava di reliquie, la robusta fede del Medioevo non temeva né delusioni né profanazioni."
I capitoli di questo libretto sono tratti dal celeberrimo "Autunno del Medioevo". Come si evince dal titolo, riguardano i temi della morte e della religione, accostati perché entrambi intrinsecamente legati a una mistica e a un simbolismo particolarmente sentito nel Basso Medioevo. La morte, tema a cui è dedicato solo un capitolo, era vista come caducità, era sentita con un timore carico di brividi e terrore. La morte quindi diventa espressione culturale di un'epoca; un Medioevo però ancora attuale... La paura della morte e la rassegnazione verso essa sono materie che tuttora ci avvicinano.
Straordinari le parti dedicate alla religione che, assorbendo il paganesimo, si fa superstizione. La vita quotidiana era impregnata di religione e quindi ne viene fuori un Basso Medioevo in tutti i suoi aspetti irrazionale, suggestionato dall'ignoranza. Aspetti questi che sembrano attuali, un Medioevo che vive ancora oggi, ma che possedeva già anche un simbolismo che è sovra storico, quasi universale.
Ricco di aneddoti curiosi sulle pratiche - poi abbandonate - funerarie, sui simboli e la forza della religione, di facile lettura nonostante le citazioni in lingua e i nomi di santi e sovrani che ai più potranno apparire sconosciuti, è un libro che non stanca.
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