Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

14 feb 2010

Palomar - Italo Calvino (Racconti - 1983)

"[Palomar] sta pensando ad applicare all'universo tutto quello che ha pensato del prato. L'universo come cosmo regolare e ordinato o come proliferazione caotica. L'universo forse finito ma innumerabile, instabile nei suoi confini, che apre entro di sé altri universi. L'universo, insieme di corpi celesti, nebulose, pulviscolo, campi di forze, intersezioni di campi, insiemi di insiemi..."

Palomar, un uomo solo che cerca la verità da solo, è l'eroe di questo libro intelligentemente e significativamente strutturato secondo un preciso schema matematico: tre sezioni principali, suddivisi in altrettanti sotto-capitoli che a loro volta sono ancora divisi in tre racconti. Palomar è il protagonista di cui il lettore si diverte a leggerne le storie, ma il vero protagonista, invece, si disvela nell'uomo contemporaneo, frustrato, inetto, assorbito in un senso di inadeguatezza quasi assoluto. Un uomo sconfitto insomma, ma non del tutto. Esiste ancora il miracolo della meraviglia, l'aristotelico mezzo che ci induce a chiedere il perché e il come del mondo... E Palomar, emblema dell'uomo contemporaneo che si ribella e brama la conoscenza, curioso, affascinato, vuole e deve sapere per trovare un senso alla sua esistenza.
L'osservazione di ogni minimo dettaglio di un qualsiasi fenomeno, al fine di comprendere l'universo intero, diventa indispensabile per la sua vita. E' una ricerca che ha bisogno di metodo e dei numeri matematici. L'indagine deve essere oggettiva, scevra da ogni influenza emozionale. Tutto ciò per curarsi, per ritrovare un equilibrio che la quotidianità tende a distruggere. Eppure alla fine Palomar, l'uomo che più si avvicina alla verità tanto più questa gli sfugge, l'uomo che si consuma e s'ingabbia in speculazioni che non possono avere risposte definitive e certe, l'uomo che assiste all'emergere della conflittualità e insieme dell'armonia del kosmos, non ha la pazienza sufficiente per svelare il mistero... Capisce che le uniche probabilità di conoscenza sono riservate a chi, nel silenzio e nell'esclusione dalle cose del mondo, si estranea coltivando la vita come razionalità. Eppure in questo gioco epistemologico tali tentativi si esauriscono nel dubbio, e anche le minime conoscenze si perdono nell'impossibilità della certezza. Palomar ha bisogno del silenzio - silenzio come espressione di qualcosa - per intuire il mondo, l'Assoluto; ma, immerso nella folla della quotidianità, non vi riesce.

Un libro che fa pensare insomma, un libro appassionante; un libro di Italo Calvino.

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