Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

29 mar 2021

Contro la memoria - Alessandro Piperno (Saggio - 2012)

"Queste parole testimoniano una visione del mondo disperata: neanche il dolore, neanche le opere degli uomini hanno una loro dignità solenne; tutto si sperde nella più assoluta indifferenza del divenire. Proust distrugge qualsiasi concezione antropocentrica: gli uomini sono piccoli esseri insignificanti e l'umanità potrebbe essere da un momento all'altro spazzata via da un non nulla, senza che della sua storia e della sua letteratura rimanga alcuna traccia visibile. Il cielo è vuoto di stelle come in una costellazione pascoliana".


Sebbene il titolo sembri condannare in modo estremo la memoria, l'autore invece provoca il lettore e cerca di salvarla da tutti quei fattori naturali che la distorcono. I limiti cognitivi umani, il tempo che scorre, la retorica celebrativa tanto in voga oggi sono fattori che inevitabilmente tendono allo sfacelo della memoria stessa. È l'inesauribile lotta sullo sfondo del tempo, tra la memoria e l'oblio, quella che cerca di analizzare l'autore. In questo scontro è innegabile quanta fatica faccia la memoria stessa a sopravvivere, sia quella personale sia quella collettiva. Nel tempo e con il tempo scivola inesorabilmente verso l'oblio. Per dimostrare la sua tesi, Piperno utilizza le pagine di grandi scrittori del Novecento (Primo Levi, Nabokov, Beckett e soprattutto Proust che sul tema ha costruito una delle opere più belle mai scritte), che hanno definito quanto il ricordo sia gravido di un Oblio che ha come scopo quello della sopravvivenza.

Il saggio inizia con una riflessione sulla Shoah e sulla sua centralità nella coscienza letteraria del Novecento. Un episodio epocale della nostra storia umana che lentamente tende, anche per colpa della retorica, a perdere consistenza nei nostri pensieri. Un evento, però, che in qualche modo, secondo l’autore, è stato profetizzato dai grandi della letteratura di fine Ottocento e dei primi del Novecento. Proust, per esempio, è per metà ebreo, ma ripudia la sua origine (così come la sua omosessualità) alla ricerca di un'autenticità che lo avvicinasse alla società. E tutta la Recherche è costellata di ebrei e omosessuali che cercano di nascondersi, di mimetizzarsi. Swann, celebre personaggio proustiano, è un ebreo che si sforza tutta la vita di dimenticarsene, anche se in punto di morte non può rinnegare la sua origine. Per Piperno, in Proust è l'oblio il sinonimo di vita di felicità, mentre il ricordo è sempre fonte di dolore. Nietzsche e Leopardi sono dietro l'angolo…

Il saggio è spiazzante e allo stesso tempo originale soprattutto quando cerca nel carattere dei vari personaggi della Recherche le tracce della memoria e dell'oblio. Chi tradisce, chi dimentica è vuoto, ma vive serenamente, si veda il caso di Odette, di Madame Verdurin, di Oriane Germantes o quello, un esempio su tutti, di Gilberte e del suo tradimento nei confronti del padre e del suo cognome. Mimetizzarsi dunque per conformarsi agli altri, alla società, peccando così di autenticità, di decisione. È ciò che fanno i personaggi ebrei in Proust (e Proust stesso). Piccole mutazioni epidermiche per difendersi dagli attacchi di antisemiti e belve feroci in una società contraddittoria come quella della Belle Époque. Per sopravvivere in società, insomma, bisogna mascherarsi e ciò coincide nei personaggi proustiani con la dimenticanza di chi si è realmente. Ecco perché la Recherche e la questione ebraica in essa trattata profetizzano, secondo l'autore, quello che sarà l'antisemitismo novecentesco culminato con la Shoah e con Auschwitz.

Sebbene a tratti disorientante, un bel libro, un'interessante interpretazione.

17 mar 2021

Vita di Edgar Allan Poe - Julio Cortázar (Saggio - 1963)

"Morì alla fine di gennaio del 1847. Gli amici ricordavano come Poe seguisse il feretro avvolto nel suo vecchio mantello da cadetto, che per mesi e mesi era stato l'unica coperta sul letto di Virginia. Dopo settimane di semincoscienza e di delirio, tornò a destarsi di fronte a quel mondo in cui Virginia era venuta a mancare. E la sua condotta da allora è quella di chi ha perduto il suo scudo e si lancia all'attacco, disperato, per compensare in qualche modo la propria nudità, la propria misteriosa vulnerabilità".


Questa celebre biografia su Edgar Allan Poe è piena di rispetto da parte di Cortázar, segnata da un gioco di specchi tra la reverenza verso la vita dello scrittore americano e il debito formativo dello scrittore argentino. La vita di Poe, di questo gigante maestro assoluto dell'arte del racconto (e non solo), è attraversata seguendone le tracce sin da quando era un bambino. Infanzia segnata dalla precoce morte dei genitori e dai primi anni vissuti a Richmond, tra riviste letterarie europee, racconti di marinai negli uffici del padre affidatario e un viaggio in Scozia e in Inghilterra. Serenità che ben presto fu superata da un'adolescenza che vede negli amori ideali e nel crescente sentimento anarchico e bellicoso la sua cifra più alta. In questa età di rivolta, mentre studia brillantemente all'università (che non finirà), Poe conosce l'alcool che lo segnerà per tutta la vita. Poi il litigio con il tutore, la fuga a Boston, le prime infruttuose pubblicazioni, la miseria, l'arruolamento, l'inizio dell'età adulta, l'Accademia di West Point e la sua espulsione. Seguono anni di ribellione, di miseria, fino alla rassegnazione quando il suo tutore morì. Da lì si inserisce diacronicamente il matrimonio con Virginia Clemm, l'ancora adolescente cugina di primo grado. Gli anni successivi sono difficili, ma la sua fama di critico e scrittore comincia a farsi strada, mentre l'alcool inizia a essere suo compagno di assidue frequentazioni... Con la maturità e con la pubblicazione dei racconti più celebri, la vita di Poe sembra in qualche modo stabilizzarsi. Tuttavia la tubercolosi di Virginia lo sconquasserà irrimediabilmente. E nonostante la fama raggiunta, la miseria e il dolore per la malattia e la morte della moglie continueranno a perseguitarlo. Poi il suo vagabondare tra città americane, amiche varie incontrate più volte, depressione, un tentativo di suicidio e infine quella morte ancora avvolta nel mistero. Cortázar ci lascia una biografia viva, attenta alle fonti (meticolosità dimostrata soprattutto nei commenti ai racconti che corredano il volume), dal forte sapore intimista, ma senza mai essere ossequiosa. Un omaggio sentito, quasi un dovere da parte dello scrittore argentino che dei racconti di Poe è stato fortemente influenzato.

16 mar 2021

Mendel dei libri - Stefan Zweig (Racconto - 1929)

"Come un astronomo, tutto solo nella propria specola, scruta notte dopo notte attraverso il minuscolo obiettivo del telescopio le miriadi di stelle, le loro misteriose orbite, i loro intrecci errabondi, il loro spegnersi e riaccendersi, così da quel tavolino quadrato Jakob Mendel, attraverso le sue lenti, immergeva lo sguardo nell'altro universo, quello dei libri, anch'esso in eterna rotazione e in un continuo rigenerarsi, in quel mondo sovrastante il nostro mondo".


Dopo la fine del primo conflitto mondiale, mentre un acquazzone sorprende la città, il narratore si rifugia in un bar e qui lentamente si ricorda di esserci già stato e di avervi conosciuto vent'anni prima Jacob Mendel, l'uomo dei libri. Spinto dal ricordo, chiede al nuovo proprietario che fine avesse fatto quell'uomo tanto famoso quanto ora dimenticato e scopre quanto assurda fosse stata la sua fine.

Jacob Mendel era un bibliomane ebreo che viveva a Vienna, in un caffè (il caffè Gluck) pieno di libri. Siamo agli inizi del Novecento e tutti gli appassionati di libri, studiosi e ricercatori, lo conoscono. Mendel ha una memoria infallibile, un catalogo vivente di tutti i libri scritti nella storia. Vive unicamente di libri, ne è ossessionato. È come se vivesse solo in un universo di parole, di inchiostro, di carta, di pagine. Nella vita reale, però, Mendel è davvero solo, un inetto. Al suo quartier generale accetta le visite degli studiosi che hanno bisogno della sua memoria per le loro ricerche fino a quando scoppia la grande guerra. Mendel, di origini ebraiche e russe, senza passaporto, che si sente cittadino del mondo, che persino durante la guerra intrattiene scambi epistolari con uomini che per l'Austria sono nemici, è catturato e internato dall'esercito austriaco. Solo nel 1917 è scarcerato, su intercessione di potenti estimatori della sua memoria. Tuttavia l'uomo dalla memoria straordinaria ha perso le sue doti mnemoniche. Così, incapace di aiutare gli studiosi e incapace di fare altro nella vita, vive della compassione del proprietario del Gluck, fino a quando questo non è costretto a vendere e il nuovo proprietario caccia Mendel dal suo regno di libri e parole.

È un racconto che, oltre al tema della memoria, fa emergere tutto lo sconforto dello scrittore austriaco per lo scoppio della grande guerra. Mendel in qualche modo può essere paragonato all'Europa, magnifica e lucente, ma anche distante dai suoi problemi, come è stata durante la Belle Epoque. Adesso che la guerra è finita, Mendel non è più lo stesso, mentre il suo corpo e la sua memoria decadono, è vecchio come la stessa Austria e la stessa Europa.

14 mar 2021

Tradire la propria lingua - Emil Mihai Cioran (Saggio - 1985)

"Occorre avere una visione tragica della storia, altrimenti non si comprende niente. Non vale la pena farsi molte illusioni, la storia è spietata. Uno storico che non ha il senso tragico del divenire non comprende nulla degli avvenimenti".


In questa brillante intervista rilasciata a Philippe Dracodaïdis, Cioran riflette con un certo grado di serenità su molti aspetti del pensiero: dall'importanza del riso per la vita all'odio di sé, dal taoismo che ha amato ma che adesso detesta all'idea che l'uomo è destinato alla catastrofe così come la civiltà alla decadenza, al valore stesso della filosofia che trova insopportabile. Ma la riflessione più interessante che spicca da questo dialogo è certamente quella sulla lingua francese, sulla lingua di Cartesio, di Pascal (di cui è appassionato), di Montaigne (che invece non lo appassiona più di Pascal), sui moralisti e sulla loro brevità. Considerazioni di massimo rispetto su una lingua che, come sappiamo, è stata cruciale per la ricaduta che ha avuto nel suo stile e nel suo pensiero di grande tragico contemporaneo. 

1 mar 2021

Manuale di eleganza classica maschile - Douglas Mortimer (Saggio - 2020)

"Sebbene l'abbigliamento classico sia per la maggior parte disciplinato da regole che si applicano all'uopo, cioè nell'ambito di uno specifico contesto (ad esempio, ciò che vale per una cena di gala non vale per una riunione di lavoro), tutta l'eleganza classica si fonda su un corpus di principi che potremmo definire generali e che è prioritario padroneggiare prima di proseguire nello studio".


Guida completa sulle regole estetiche e sociali che si sono saldate nel tempo e che quindi sono diventate classiche. Tra abiti, spezzati, camicie, accessori, abbinamenti, errori ed orrori, la penna dell'autore si concentra in modo attento e chiaro su quel sofisticato universo dell'eleganza maschile che non tramonterà mai. 

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