Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

11 ott 2022

L'angelo della notte - Giovanni Macchia (Saggio - 1979)

"Una delle grandi intuizioni di Proust fu quella d'aver messo una realtà che muta di fronte ad un io che anch'esso muta, e che, nella confusione delle forme di un passato che si rivela, soltanto a tratti riesce a raggiungere una sua coscienza: a essere il portatore di verità. E poiché la verità è una cosa sola con l'arte, la scoperta della sua vocazione di scrittore si svolge lentamente, verso uno stadio di meditazione e di coscienza teorica. È il viaggio nell'esperienza di uno scrittore che mano a mano realizza con sempre maggior convinzione la certezza di non farcela, di essere un incapace, e giunge fino a maturare un disgusto sempre maggiore per la letteratura. Eppure il senso del proprio fallimento non gli impedisce di continuare a scrivere, a scrivere un romanzo dove quella coscienza resta aperta, dolorante, divisa".


L'angelo della notte è lo stesso Marcel Proust che come un gufo vive di notte, recluso e solitario nella sua stanza insonorizzata e che riesce a vedere chiaramente il pericolo della morte che incombe dietro l'angolo. Un angelo alleato con la volontà e il pensiero (altri angeli sterminatori). Paradossalmente, però, Proust, che in vita è stato accusato di essere privo di volontà, ha scritto un'opera che è il risultato più straordinario, caparbio e disperato della volontà stessa, di quell'angelo che gli stringeva una mano mentre con l'altra sul suo letto cambiava la storia della letteratura.

Scritto con una penna raffinata, il volume racconta la biografia (e la psicologia) dell'immenso scrittore parigino attraverso le sue opere. E così da I piaceri e i giorni, i racconti della morte, dell'innocenza e dell'adolescenza a Jean Santeuil, dove la stessa innocenza è lontana e i turbamenti che nascono dal conflitto psicologico di Proust nei confronti dell'omosessualità diventano meno estremi, passando dall'epistolario, si possono trovare dei grimaldelli per comprendere meglio la sua opera ultima, il suo capolavoro. Si arriva, quindi, alla Recherche, l'opera sublime di un malato che sa cos'è la morte. Ed è qui che si assiste a una trasformazione: l'amore (anche quello omosessuale, anche quello lontano nel tempo) diventa gelosia, diventa morbosa conoscenza, ricerca di verità e pure i peccati del passato devono essere conosciuti. Dunque, la malattia e la morte sono onnipresenti nella sua opera. Basti pensare a quanto la morte della madre segni un momento decisivo per Proust. Ma anche il tema dell'omosessualità è motivo di malattia. Il giovane Proust, infatti, che lotta contro la sua natura omosessuale è Andromeda, incatenato a uno scoglio in attesa che lo raggiunga la morte. Eppure, improvvisamente, arriva l'improbabile salvezza di Perseo, sotto le spoglie dell'Arte, che si innamora perdutamente di Andromeda-Proust. Così, come Noè nella sua Arca, Proust si è rinchiuso volontariamente nella sua camera-Arca. E allo stesso modo di una nuova Shahrazàd ha trovato la vita e la forza di lottare nell'Arte. 

Non mancano altri superbi spunti di riflessione. La vicinanza del parigino al sofferente e malato Dostoevskij  (il sadismo e il tema del parricidio presenti in entrambi, sebbene in Proust non sgorga alcuna goccia di sangue); la solitudine del peccatore come nei tragici greci; l'anticipatore di alcune intuizioni poi sviluppate da Freud; la vicinanza a Vermeer e le suggestioni della sua pittura. Curiosa e da approfondire, infine, l'ipotesi sull'ultima polmonite che porterà Proust alla morte, da imputare a un'uscita notturna e a una lunga attesa al freddo per incontrare un domestico a cui era particolarmente affezionato.

Libro necessario, da avere ad ogni costo nella libreria di un proustiano!

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