Dedicata all'amico prematuramente scomparso Willie Heath, sullo sfondo del mondo dei salotti di Parigi, del quartiere del Fauborug Saint-Germain, del Decadentismo elegante del conte Robert de Montesquieu (il dandy che ha ispirato Proust per il suo pederasta Barone di Charlus) il volume raccoglie poemi in prosa, frammenti, improvvisazioni, poesie dedicate a pittori e musicisti e racconti brevi, che dal titolo rievoca le Opere e i giorni di Esiodo.
Introdotti brevissimamente dalla penna arguta di Anatole France, ci troviamo di fronte al primo tentativo letterario di un giovanissimo Proust che inizia il suo personale colloquio con il Tempo, con la mondanità, con l'abitudine, con la malinconia, con la gelosia, con i sogni futuri (i temi di fondo dell'opera) che in qualche modo anticipa ciò che sarà espresso magnificamente nella Recherche. Certo, sono piccole e raffinate pitture, ingenue se vogliamo, acerbe, languide, anche un po' snob, ma esprimono un sentimento vero e una sensibilità straordinaria già evidenti in alcune sporadiche pagine. Come ne La confessione di una ragazza, quando leggiamo ammaliati di un bacio della buonanotte della madre, quando avvertiamo un sentimento malinconico verso gli anni perduti dell'adolescenza e poi ritrovati nella memoria.
Nessun commento:
Posta un commento