Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

25 mar 2024

Alla scoperta di una passione chiamata astronomia - Umberto Battino, Daniele Gasparri, Tommaso Nicolò, Pasquale D'Anna, Livio Bordignon (Saggio - 2022)

"Supponiamo per un attimo di vivere sopra una Terra piatta. Osservando il cielo di notte dovremmo essere in grado di vedere le stesse stelle indipendentemente dalla nostra posizione geografica. Aristotele notò come ciò entrasse in aperta contraddizione con l'esperienza osservativa, in quanto gli astri ben visibili dall'Egitto non lo erano affatto dall'Europa. Il genio del filosofo greco giunse perciò alla conclusione logica che la Terra non poteva essere piatta! Tutto questo si verifica, infatti, solo se il piano su cui giace l'orizzonte di un osservatore in Egitto forma un certo angolo col piano di un osservatore in Europa".


Dopo diversi anni, tanti in verità, torno a leggere un libro dedicato all'astronomia. Per molto tempo, nell'adolescenza, il mio unico interesse intellettuale è stato rivolto a questa affascinante, e per me formativa, disciplina. Ho imparato cosa vuol dire metodo scientifico, a capire il senso della meraviglia che provavo, a veicolare il mio istinto verso la conoscenza. Devo moltissimo all'astronomia; è parte di me, della mia storia, della mia coscienza. Ma come spesso accade, la passione per le stelle è lentamente scemata, fino a diventare un interesse sì importante, da coltivare, eppure non più vitale. Da qualche mese, però, quella fiamma si è rianimata, più nella pratica che nella teoria. E adesso eccomi qui a scrivere di un libro sull'astronomia, a ritornare adolescente.

Questo testo, scritto da un gruppo di ricercatori esperti e appassionati (ormai famosi e seguitissimi nei social) è pensato per chi si sta avvicinando all'astronomia e anche per chi è già ferrato della materia. Si inizia da una breve storia dell'astronomia, dal mondo antico alla scoperta della spettroscopia, e poi ci si sofferma più nel dettaglio delle scoperte su quel meraviglioso libro che è il cielo, che è l'universo. Ecco le stelle allora, la loro vita, come nascono, come si trasformano e come la loro evoluzione generi gli elementi chimici della materia. Il tutto sempre in un racconto storico. C'è la storia dei telescopi, non solo quelli ottici, dal cannocchiale di Galileo all'Hubble, al James Webb e ai prossimi giganti già in fase di costruzione. C'è un capitolo dedicato all'esplorazione spaziale, una storia recente ma ricca di risultati e di speranze per il futuro. Infine c'è un capitolo che tratta della ricerca della vita dello spazio.

Un libro che non vuole essere completo, ma che cerca di avvicinare i lettori alla scoperta dell'astronomia. Peccato per l'assenza di immagine (a parte qualcuna condensata in pochissime pagine). Un libro di divulgazione astronomica deve essere ricco di foto astronomiche, di scatti che lasciano senza fiato e che spingano verso la straordinaria passione chiamata astronomia...

20 mar 2024

Il dottor Zivago - Boris Pasternak (Romanzo - 1957)

"Il dolore rendeva più acuta la sua sensibilità e gli faceva percepire le cose con tanto maggiore vivezza. Quello che lo circondava, perfino l'aria, acquistava un carattere di rara eccezionalità. Nella sera invernale, quasi simile a una commossa presenza, spirava un infinito cordoglio. Era come se fino a ora mai fosse imbrunito così, come se il tramonto fosse sceso per la prima volta quel giorno, a consolazione di un uomo abbandonato, piombato nella solitudine; come se i boschi tutto intorno, sui colli, volgendo le spalle all'ultimo orizzonte, non costituissero solo un limite del panorama, ma vi si fossero disposti uscendo dalla terra per esprimere la loro partecipazione".


Con un incedere non sempre lineare, a tratti frammentato, il romanzo racconta delle difficoltà e degli amori di Jurij Andreevic Zivago, mentre infuria la terrificante guerra civile in Russia tra l'Armata rossa e quella bianca. Jurij, medico e poeta, di buona famiglia, ha una vita regolare. Moglie, figlio, rispettabilità, nonostante la condizione non felice della Russia prerivoluzionaria, sembra avere tutto. Ma quando scoppia la guerra, Zivago affronta il molteplice caos della vita ed è costretto a partire. Tra infinite difficoltà, però, incontra Lara, una crocerossina dal passato infelice, della quale platonicamente si invaghisce. Interrotta la guerra, Zivago rientra a Mosca, dove la rivoluzione è appena scoppiata. Divenuto povero, con la moglie Tonia e il piccolo figlio scappano sugli Urali. Qui, casualmente, il medico incontra Lara e stavolta l'amore esplode in modo passionale, anche se fugace. Catturato dai partigiani, Zivago pensa alla famiglia ed è lacerato dai sensi di colpa. Molto tempo dopo riesce a scappare dalla prigionia e ritorna nel paesino sugli Urali. Ma la moglie e i figli (nel frattempo Tonia aveva avuto una secondo bambino) sono costretti alla fuga e dopo l'espulsione dall'Unione Sovietica si sono trasferiti a Parigi. Persa la famiglia, tuttavia, ritrova Lara e Jurij vive il periodo più felice della sua vita e riprende persino a scrivere poesie. La felicità, si sa, dura poco. Raggiunti da Komarovski, uno spregevole avvocato che aveva abusato di Lara molto anni prima, sono avvertiti che stanno per essere arrestati. Lara e Jurij si separano ancora una volta (in pagine memorabili) e il medico, tornato a Mosca, vive di espedienti, mentre le sue poesie iniziano a circolare quasi semiclandestinamente. Qui conosce Marina che si innamora di lui e ritrova i suoi amici. Ricomincia così una nuova vita, quasi normale. Incontra persino il fratellastro Evgraf, ora generale della vittoriosa Armata rossa che si offre di aiutarlo. E quando tutto sembrava volgere per il meglio, Zivago è stroncato da un infarto. Ai funerali partecipa anche Lara che, insieme a Evgraf, decide di pubblicare tutti gli scritti di Zivago. Tuttavia ciò non avverrà perché Lara arrestata per strada sparisce, forse, condotta in un campo di concentramento. Qualche anno dopo, nel 1943, due amici di Zivago incontrano una lavandaia, Tanja, che racconta loro la sua storia di orfana. I due uomini capiscono che Tanja è la figlia di Zivago e Lara... 

Zivago, medico e poeta, scienziato e artista, spezzato in due dall'amore per la moglie Tonia e l'infermiera Lara, è il simbolo dell'illusione, di un progresso della storia che non c'è. Tra pessimismo e desolazione, non c'è spazio per una durevole normalità; tutto è destinato al declino, alla fine. La protagonista assoluta, in quest'ottica e più in generale, sembra essere la storia, sofferta, di un popolo che ha subito la Grande guerra, la guerra civile e, dopo, le miserie dell'Unione sovietica. Persino la rivoluzione del 1917, che segna una cesura netta tra la Russia arretrata dell'Ottocento e il regime sovietico, è letta nella sua dimensione fallimentare. Nella vanità di un paese come la Russia manca il valore per la vittoria. Ogni cosa bella muore. Sin dalle prime pagine si respira un alito di putrescenza. Gli uomini, le rivoluzioni, gli amori, le illusioni, tutto è destinato a morire. Al fallimento  solo qualche preghiera e l'arte possono provare a illuminare un'oscura speranza di sopravvivenza, possono svelare un frammento di se stessi e del destino. Nel romanzo trovano luogo la religione (forse tanta) e la filosofia, testimoni sofferenti degli eventi della storia e del destino. 

Con un velo di nostalgia che copre l'intera storia, Pasternak descrive con una penna deliziosa e amorevole la natura. Descrizioni paesaggistiche che sono paesaggi dell'anima, come le poesie scritte da Zivago che integrano e corredano il romanzo (descrizioni, a dire il vero, per nulla esaltanti).

5 feb 2024

Ermeneutica di Proust - Maurizio Ferraris (Saggio – 1987)

"Le serie amorose o i gruppi biologici e sociologici sono in fin dei conti meccanismi particolari di una più generale visione legislativa che porta gli individui, i gruppi, le classi, le stirpi e le nazioni a ripetere pochi gesti e a incarnare passioni, pregiudizi e ideali sempre identici, per quanto successivi e contraddittori per opera delle metamorfosi e delle instabilità che dissolvono sia gli uomini, sia le nazioni e l'umanità".


Nel tentativo di cogliere il significato più profondo che la Recherche ha oggi, in questa raccolta di saggi il filosofo italiano si cimenta nella descrizione di un’opera-mondo dal significato filosofico. Ferraris confessa di aver letto e riletto sette volte il capolavoro di Proust in circa dieci anni e da questa esperienza si sono manifestate delle considerazioni che saranno trascritte in queste pagine. Loro assunto di base è che Proust, nella Recherche, è sì romanziere, ma è anche filosofo. I saggi, che rimandano spesso a considerazioni platoniche e quindi vicine a Deleuze, si concentrano sulle interazioni psicologiche dei personaggi, sul significato dei loro nomi, sulle armonie interne al romanzo, sulle lunghe catene che si intrecciano anche con i cahier e gli scritti precedenti (che sono solo un lungo esercizio preparatorio alla Recherche).

Ferraris argutamente si concentra sul significato della fuga per Proust, sia essa di persone (vedi Albertine, la fuggitiva per eccellenza) sia di sentimenti o di idee. Una fuga che si evidenzia nella ricerca dell'identità dei personaggi che diventano elenchi di attributi, ma che non si riesce mai a mostrarne. Sostanze che si trasformano; metamorfosi che sono la sostanza stessa dei personaggi, dei luoghi, dei gruppi sociali del romanzo. 

La Recherche come romanzo, ma anche come trattato filosofico.

Peccato per il continuo riferimento a Platone e a Deleuze…


9 gen 2024

Classifica: i più belli e i più deludenti del 2023

Pochi, purtroppo, i libri letti lo scorso anno. Solo una ventina. Un po' per pigrizia, un po' perché una nuova fiamma si è accesa, il tempo per la lettura è stato spesso sacrificato. Nonostante ciò, l'anno appena trascorso è stato culturalmente stimolante. Come un braciere che conserva il calore ed è capace di riaccendersi, l'astronomia, più esattamente l'astrofotografia, è tornata a bruciare dietro la mia fronte. Così è iniziata una nuova avventura, una nuova sfida, fatta di studi, ricerche, alti muri da scavalcare.

Il 2023 è stato anche un anno di studi accademici, di qualche bella soddisfazione intellettuale. È stato l'anno di un pezzo di Costa Azzurra, di Barcellona, di Aosta, del Belgio e della sua splendida Bruges, della nostra serenità davanti a un bicchiere di Kir, dell'Olanda e dei suoi incantevoli Vermeer (su tutti La Lattaia, La Ragazza con il turbante e La veduta di Delft, "il quadro più bello del mondo" secondo Proust, l'ispiratore di parte del viaggio), dell'inaspettata Amsterdam, del Trentino, del ritorno in Germania. È stato un divertente e inaspettato anno di sport (soprattutto di calcio), di nuove amicizie.

Insomma un anno in cui ho dovuto sacrificare parte del tempo per la lettura, sapendo, tuttavia, che i miei libri sono lì, che mi stuzzicano, che mi aspettano...


Ma ecco il mio solito elenco di libri da ricordare:

1. Dalla parte di Proust - Stefano Brugnolo

2. Al ballo con Marcel Proust - Principessa Marthe Bibesco

3. Sociologia dei media - Claudio Riva, Giovanni Ciofalo, Piergiorgio Degli Esposti, Renato Stella 


Il 2023 è stato l'anno, ancora una volta, dedicato a Marcel Proust, alla mia ricerca dello scrittore parigino dentro e fuori di me. E il volume di Brugnolo è stato illuminante perché si colloca in una sfera antiplatonica e antideleuziana che condivido pienamente. Un saggio che rende onore alla capacità dell'immenso romanziere di essere anche un grande pensatore in grado di intuire e descrivere quei lati oscuri e quasi impenetrabili della nostra mente. L'elegante libro della Bibesco resta una testimonianza preziosa e sentita che riconosce la profonda sensibilità dell'uomo Proust. Il terzo classificato, invece, è un manuale ben scritto e chiaro che è strumento necessario per comprendere un mondo contemporaneo sempre più contaminato dalla rivoluzione digitale.

All'interno della galassia Proust, devo annoverare tra i libri meno interessanti dello scorso anno le sue mediocri Poesie e il saggio di Lehner, Proust era un neuroscienziato, che ho trovato poco attento alla filosofia e incapace di sospendere il giudizio di fronte ai pochi dati che possediamo.

Un accenno doveroso, sebbene fugace, alle compagnie di Bufalino e di Cioran che, inesorabilmente e necessariamente, fanno parte della mia crescita emotiva e intellettuale.

28 dic 2023

La Grande Guerra sul Fronte Dolomitico - Antonella Fornari (Saggio - 2014)

"Il Comando Italiano riteneva piuttosto improbabile che gli Austriaci si sarebbero spinti fin lassù a causa delle difficoltà e dell'asprezza del terreno. Fu un gravissimo errore di valutazione perché il 30 giugno 1915, la guida tirolese Joseph Innerkofler, superato il Vallon della Sentinella (Andertertal), non solo valicò il passo in tutta tranquillità, ma pernottò in Vallon Popera potendo così osservare come le nostre truppe si stessero organizzando. IL 4 luglio 1915, poi, Vinzenz Goller, con una pattuglia volante, salì ad occuparlo stabilmente cosicché, quando gli Italiani - del tutto ignari - partirono all'alba per la solita ricognizione, furono accolti da una scarica di fucilate".


Recuperare le memorie di singoli uomini, di singole cime, di singoli passi è un esercizio amorevole e allo stesso tempo doveroso. Ci dà l'idea più cruda e toccante, partendo dal particolare, di cosa sia stata la Grande guerra in generale. Il fronte Dolomitico è il vero protagonista di questa storia. È storia, anche, di uomini coraggiosi, di battaglie cruenti, di cime impervie, di freddi inconcepibili; di nomi che sono diventati miti, come Cime di Lavaredo, Torri di Falzarego, Passo della Sentinella, Sasso del Mistero. Qui, sulle cime così alte, bellissime e impervie, si è combattuta una guerra sanguinosa, assurda, inimmaginabili. 

Raccontate con un po' di retorica, i racconti sono accompagnati da bellissime foto dall'alto contenuto storico e morale.

2 dic 2023

Taccuino per stenografia - Emil Mihai Cioran (Saggio 1937-1938)

"che io anneghi nel mio stesso annichilamento - fragranza"

"sentire i propri passi in altri secoli -"

"Pascal ma soprattutto Nietzsche - sembrano giornalisti dell'eternità"

"Se fossi stato Dio, avrei fatto tutto di me, tranne che un uomo - Quanto sarebbe stato grande Gesù, se fosse stato un po' più misantropo!"


Scritto in romeno durante i primi anni francesi, questo quadernetto di appunti, ma anche di lampi di genio, è stato concepito da Cioran per uso privato. Una palestra di scrittura, un diario, una confessione in cui il romeno si sfoga e cerca di dare forma a un pensiero tragico e nichilista. Nel suo carattere estemporaneo e nel suo confronto con l'eternità sta la particolarità di questo volumetto. I tormenti dell'uomo Cioran, le sue disperazioni sono riversati in queste pagine di lotta contro il mondo, ma anche contro se stesso e, non poteva essere altrimenti, contro Dio. Unico fine: trovare sollievo, trovare una qualche forma di liberazione e di autenticità. 

Il libretto è impreziosito dal testo a fronte, da una breve introduzione di Eugène van Itterbeek e una postfazione di Antonio Di Gennaro. 

Il saggio di Antonio Di Gennaro, in particolare, verte sul rapporto contraddittorio che Cioran ha avuto con Parigi, città affascinante ma triste, luminosa e malinconica, e allo stesso tempo agonizzante. La bicicletta, quindi, diventa il mezzo che gli ha permesso letteralmente di non suicidarsi. Un metodo per sopravvivere dunque, per mortificare corpo e pensieri e per per sfuggire alle incombenze della vita. Un uomo senza patria insomma, un nomade che trova il suo rifugio e il suo antidoto alla vita nella notte della scrittura e, più specificamente, nella lingua francese.

26 ott 2023

Un incontro con Proust - Jacques Benoist-Méchin (Saggio - 1957)

"Com'era lontano il nobile cavaliere che mi ero preparato a vedere da questo mago assiro dalle palpebre cascanti, e che ora si rivolgeva a me con una voce soffocata! Ma ecco, all'improvviso, scoprii i suoi occhi: due occhi di velluto, scuri, profondi e penetranti (due occhi proprio da nictalopo, come diceva Marthe Bibesco). Luminosi, vellutati, splendenti intelligenza, essi sono restati impressi nella mia memoria come mi guardassero ancora. Ne rimasi incantato, e compresi all'istante che quell'ombra moribonda che mi teneva la mano non era quella di un malato qualsiasi, ma tutto quel che restava di un uomo che aveva deliberatamente sacrificato la propria vita alla sua opera e che da questa si era lasciato letteralmente divorare".


Benoist-Méchin, ancora ventenne, lettore appassionato dei primi volumi della Recherche, gli unici pubblicati mentre Proust era in vita, nonostante il periodo postbellico incontra il critico tedesco Curtius (che aveva appena pubblicato un volume sugli scrittori francesi più importanti, senza citare Proust) e gli chiede di tradurre in tedesco alcune delle meravigliose pagine proustiane. Così il francese si propone di mediare tra i due e decide di scrivere a Proust. Quest'ultimo con la delicatezza e la dolcezza che gli appartengono dà il benestare all'operazione. Vuole, però, che il giovane Benoist-Méchin gli mandi un suo ritratto, perché interessato a studiarne i tratti al fine di trovare quella della madre del giovane che aveva conosciuto poco prima. 

Dopo un cordiale scambio epistolare, nell'estate del 1922 all'hotel Ritz di Parigi, il futuro storico francese incontra Proust, ormai prossimo alla morte. Nel volumetto sono raccolte tutte le impressioni che Benoist-Méchin ha avuto prima e durante quell'incontro. Dallo scambio di opinioni che i due avranno, emerge un Proust affaticato, distrutto dal suo sforzo quasi sovrumano di ritrovare il tempo perduto, ma attento alla sua aspirazione ultima: riuscire a contemplare la vita terrena, recuperando il suo passato e allo stesso tempo arrivare alla memoria di tutti i passati in una visione universale e di comunione. 

Il volume è corredato da un commovente apparato fotografico; una perla.


24 ott 2023

Poesie - Marcel Proust (Poesia - 1888/1922)

"Il tempo tutto cancella come le onde i giochi costruiti dai bimbi sulla sabbia spianata,

così precise e vaghe dimenticheremo parole dietro le quali ognuno sentiva l'infinito".

(Da "Contemplo spesso il cielo della mia memoria")


Le poesie scoperte nel 1979, ritrovate nelle lettere e dedicate agli amici intimi di Proust, sono state pubblicate negli anni Ottanta del secolo scorso. Quelle che ritraggono pittori e musicisti, anch'esse raccolte ne volume, invece erano già state pubblicate nella raccolta giovanile I piaceri e i giorni. Sono dei giochi, delle distrazioni che lo scrittore si è concesso. Eppure, nonostante le occasioni siano spesso ludiche, come nell'intera produzione proustiana rappresentano un universo in espansione che confluisce nei temi della Recherche. Poesie di occasione senza pretesa di serietà, sono scritte per perdere del tempo, sono in qualche modo preludi che anticipano la Recherche. In alcuni casi sono anche occasioni sociali per Proust, un altro modo per stare vicino a quel mondo quella mondanità che nei suoi ultimi anni aveva abbandonato, per dedicarsi alla scrittura totale del suo capolavoro.

Le poesie in sé sono abbastanza mediocri, e leggendole si capisce il motivo per cui Proust non si è speso per la loro pubblicazione. 


23 ott 2023

Dalla parte di Proust - Stefano Brugnolo (Saggio - 2022)

"Per molti aspetti Proust è stato un grande pensatore. Uso a bella posta questa parola, che ad alcuni farà storcere il naso. Quando si è letta la Recherche la sensazione è quella di vedere il mondo da un'altra prospettiva, con altri occhi o occhiali. Cambia la visione, ma non nel senso della Weltanschauung, bensì in quello che punta a privilegiare il vedere (o il percepire o il sentire) rispetto al sapere (inteso come insieme di nozioni acquisite e date per scontate). Per poter apprezzare il pensiero di Proust occorre dunque liberarsi dall'idea che l'unica forma di pensiero valido sia quello proposizionale, concettuale, che procede per argomentazioni e dimostrazioni logiche"


La Recherche, si sa, può apparire, nella sua monumentalità, un romanzo difficile. E non è una percezione sbagliata in fin dei conti. Eppure questo romanzo assoluto, poliedrico e totale è disponibile a dialogare con tutti e a destare forti emozioni e riflessioni. Proust è un autore moderno, da subito un classico e quindi uno scrittore contemporaneo, attuale, in grado di dirci qualcosa di nuovo anche oggi. Una narrativa, quella proustiana, carica di verità teoretiche. Nel senso che lo scrittore, partendo da osservazioni sensoriali e particolari (gesti, espressioni facciali e verbali, situazioni), riesce a sviluppare e a recuperare leggi universali. Narrativa, saggistica, immaginazione, intelligenza analitica, metafora convergono nell'opera proustiana e tutti i personaggi, l'autore stesso e ovviamente il lettore sono costretti a misurarsi con le proprie intime verità, che solitamente tendono a nascondersi e a mistificarsi. Un romanzo alla ricerca della verità, dunque. Uno scrittore che è al contempo un filosofo, che studia i processi selettivi della memoria fluida, una memoria metamorfica che trova, però, una salvezza solo nell'arte, nella letteratura, nel romanzo che ha appena finito di scrivere. È questo il tema della percezione della memoria del tempo. 

Brugnolo riflette anche sulla capacità straordinaria di Proust di teorizzare la letteratura, che trova nella Recherche uno sviluppo organico e minuzioso del Contro Sainte-Beuve. Il suo metodo analogico-metaforico, che secondo l'autore ricorda il metodo mitico di Joyce, è utilizzato sempre e solo per cercare la verità, sia essa parziale, sia essa totale. Capacità interpretative che lo avvicinano alle intuizioni che Freud ha avuto nei suoi studi sul sogno e sulla psicoanalisi. 

In un capitolo è studiato, inoltre, il rapporto che l'autore della Recherche ha con la storia e la società. Un interessante confronto tra le tesi sostenute da Charlus (personaggio tra i più interessanti dell'intero romanzo) e quelle di Schmitt e della sua idea politica di destra secondo cui essa sta tutta nella distinzione tra amico e nemico. Confronto azzardato a primo sguardo, ma che invece cela germi di verità. Rapporti di società che si semplificano nelle pagine, per esempio, dedicate al caso Dreyfus, tanto discusso nei salotti dell'alta borghesia. 

Nel saggio c'è spazio per alcune considerazioni su lettori e critici di Proust, come Orlando (il maestro dell'autore del volume), Curtius, Ginzburg, Lavagetto, Sartre. Per concludere con un confronto tra Mallarmé e lo stesso Proust sul ruolo della letteratura (dopo la morte di Dio e di tutti i valori) come alternativa della religione. La letteratura, dunque, non intesa come arte per l'arte, bensì come la sola in grado di dare senso alla vita. 

L'ultimo capitolo riguarda i temi dello snobismo, della gelosia, dell'omosessualità, dell'ebraismo trattati con la profondità analitica di Proust e accompagnati genialmente dalle sue toccate comiche. Proust come sociologo quindi, che interpretando il suo tempo dei salotti alto-borghesi e aristocratici ne ha profetizzato il nostro.

L'impressione (positiva) è che il critico legga il capolavoro proustiano in una chiave di lettura deplatonizzante, lontana da quella di Deleuze, più legata a principi empirici, anti-metafisici e immanenti. Sullo sfondo, invece, aleggia Freud. Non tanto come lettura psicanalitica della Recherche, quanto di una coppia, Proust-Freud, che per vie diverse e con metodi diversi è stata in grado di intuire e descrivere quei lati oscuri e quasi impenetrabili della nostra mente.

Gli argomenti sono analizzati con lo sguardo dell'accademico, ma anche con la pazienza e la semplicità del divulgatore. Uno dei migliori saggi dedicati a Proust in questi ultimi anni.

13 set 2023

Kitchen - Banana Yoshimoto (Romanzo - 1988)

"Mentre mi avvolgevo nella coperta, mi venne da ridere al pensiero che anche stasera avrei dormito accanto alla cucina. Ma adesso non mi sentivo sola. Forse era questo che aspettavo. Forse non avevo aspettato e desiderato altro che un letto dove poter dimenticare per un po' le cose già accadute e quelle che ancora dovevano accadere. Una persona accanto può far sentire ancora più soli. Ma una persona che dorme sotto lo stesso tetto, e in più la cucina, le piante, la tranquillità... era il massimo. Sì, qui è il massimo".


Mikage, quando perde la nonna, si trova nella totale solitudine e si rintana nella cucina di casa, dove vive, meglio, vegeta. La cucina diventa un'ossessione; il luogo dove ritrovare un senso. Un suo compagno di università, Yuichi, insieme alla madre, Eriko (in realtà il padre di lui che dopo la morte della moglie ha deciso di diventare una donna), invitano Mikage a vivere nella loro bella casa. Anche qui la ragazza, smarrita, trova rifugio in cucina, e inizia a vivere. Le cucine sono, quindi, luoghi onirici, dov'è possibile fantasticare, dov'è possibile trovare l'anima e il colore della famiglia. Una famiglia, come quella in cui si ritrova, che può essere anche inventata. Abbastanza rapidamente, infatti, Mikage riconosce nel padre-madre di Yuichi una madre. Mentre la vita procede in quell'ambiente ovattato e Mikage trova un appartamento in cui vivere e continuare a ritrovare se stessa, viene a sapere che Eriko è stato assassinato. Inizia così la seconda parte del racconto, la più interessante e delicata. Yuichi e Mikage, non più sotto lo stesso tetto, si ritrovano nella solitudine e nella forza che esprimono per allontanarla. E inevitabilmente si trovano vicini. 

È un romanzo sulla solitudine adolescenziale; un esercizio di lettura. 

Al romanzo breve è affiancato un altro racconto lungo: Moonlight Shadow. Più elegante nella scrittura e delicato nelle emozioni, anche qui il tema della morte e della solitudine è centrale. I protagonisti sono Satsuki e Hitoshi, due fidanzati ai tempi del liceo. Hitoshi muore in un incidente stradale e, tempestosamente, la sofferenza di Satsuki è lacerante. Eppure l'amicizia con una strana ragazza incontrata per caso, Urara, e l'ossessione per la corsa la aiutano a sopravvivere. Un giorno, però, le due ragazze si incontrano su un ponte e assistono al fenomeno Tanabata, la festa delle stelle innamorate. E Satsuki vede Hitoshi che la saluta. La ragazza con le lacrime agli occhi intuisce che è giunto il momento di vivere e che il tempo va avanti, come il fiume sotto il ponte, e che occorre reagire al dolore.


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