Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 set 2020

Una donna - Sibilla Aleramo (Romanzo - 1906)

"Certe sere, tutti se n'andavano lasciandomi sola: portavo il bimbo a letto e poi mi affondavo in un seggiolone di paglia nel giardino. La cupa volta cosparsa di mondi silenziosi attraeva il mio sguardo magneticamente; ma il mistero dell'universo non mi tentava, in quell'ore: un'angoscia umana, precisa, incalzante, mi possedeva intera; l'amarezza senza nome della mia solitudine, il vago timore di una morte possibile, prossima, lì tra quella gente ostile e straniera, senza aver lasciato traccia nella mia anima... Tanto spazio di cielo, ed io incatenata, curva sotto un giogo spietato, non capace più che di un lento pianto..."


Scritto in prima persona, è il racconto intimo e autobiografico di una donna che, dalla fanciullezza alla maturità, lentamente prende consapevolezza del suo stato di sottomissione nei confronti del marito e della società. Una consapevolezza, in un crescendo di maturazione esistenziale, che porterà la protagonista, attraverso un immane sacrificio, alla conquista della sua dignità. Dopo una fanciullezza di libertà e di gioia, in cui è intenso e tipicamente freudiano il rapporto con i genitori (pieno d’amore per il padre e ambivalente verso la madre), la quindicenne è costretta a lasciare gli studi e a sposare un uomo che l'aveva violentata, rubandole gli anni dell'adolescenza e della spensieratezza. Con un bimbo appena nato quindi, è reclusa in una prigione matrimoniale fatta di oppressione, di insensibilità, di rozzezza; destinata, come tante donne, a una vita di rassegnazione. È inevitabile che la giovane donna, a seguito delle ripetute violenze fisiche e psicologiche del marito, caduta in depressione, abbia tentato il suicidio. Ma l'amore smisurato verso il figlio, la passione per la scrittura e il trasferimento a Roma le daranno una parvenza, seppur fugace, di equilibrio e di indipendenza. Ma quando sarà costretta a ritornare nell'ormai odiato paese, i continui tradimenti e i feroci litigi con il marito la porteranno alla necessaria e anche alla più dolorosa decisione  che possa prendere una donna: scappare da tutti e da tutto, abbandonare luoghi e affetti, perdere persino l'amato figlio. E ritrovare così la libertà e l'ordine in sé. 

Con uno stile davvero avvincente ed emozionante, mentre la ribellione monta e dà forza a una donna che vuole solo riconquistare il suo ruolo e il suo ideale di libertà e felicità, leggiamo un libro dal forte sapore femminista che sarebbe utile, ancora oggi, assaporare e poi ricordare. 

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