Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 giu 2014

I carnets di traduzione poetiche - a cura di Cettina Rizzo (Saggio - 2010)

"Molteplici sono le ragioni dello scrivere e, se possibile, ve n'è una di più allorché si pensa alla traduzione. La traduzione, e soprattutto quella poetica, è un incontro magico tra universi diversi, un combattimento ad armi pari perché mai uno dovrà prevalere sull'altro".

I diversi interventi pubblicati in questa raccolta di saggi si propongono di analizzare un quaderno manoscritto che il giovane Bufalino, dal 1935 al 1945, appuntava con note critiche, riflessioni e soprattutto tentativi di traduzione. Traspare, ma non ci meravigliamo, un giovane fortemente appassionato di letteratura, specialmente francese, che nella traduzione cercava di cogliere l'essenza e i turbamenti dei suoi amati autori. Un quaderno di passioni dunque, di fatiche, dove strati multiformi si sovrappongono tra le universalistiche conoscenze letterarie dell'immenso scrittore siciliano. Basti pensare che le traduzioni non solo sono dal francese, ma anche dal greco, dal latino e dall’inglese.

Sono saggi accademici e, per chi non conosce il francese, al di là dei termini specialistici, la lettura può essere difficoltosa. Le citazioni e le note, infatti, sono in lingua originale e non c'è traccia di traduzione.

18 giu 2014

Lisistrata - Aristofane (Teatro - 411 a. C.)

"Cleonice: Ma qual è la ragione per cui ci hai convocate qui, cara Lisistrata? Che affare è?
Lisistrata: Grande.
Cleonice: E anche grosso?
Lisistrata: Grosso, sì.
Cleonice: E allora com'è che non ci siamo?
Lisistrata: Ma non quello che dici tu! Allora sì che ci saremmo da un pezzo! È una cosa che ho pensato e dibattuto in tante notti insonni".

Altro capolavoro di Aristofane, Lisistrata è il racconto, amaro sebbene cosparso di sfrontata ironia, di un tentativo di emancipazione femminile, il quale, attraverso il sesso e la ragione, riesce a trovare un ordine naturale e a ottenere la pace.
Siamo negli anni della guerra del Peloponneso, e la guerra, si sa, non è una bella cosa. Soprattutto se è motivo di trascuratezza verso le mogli e le amanti che stanno in casa a pensare ai loro mariti. Così le donne della Grecia si alleano contro i mariti lontani per riportarli nei loro letti e portare finalmente la concordia in casa e nelle polis. Lisistrata e le altre sue compagne sanno quanto dirompente sia la loro forza quando decidono di usare il proprio corpo come strumento estorsivo. Quindi occupano l'acropoli di Atene e decidono di astenersi dalle pratiche sessuali fino a quando gli uomini, allo stremo dei loro appetiti sessuali, non decideranno di concludere la guerra. Uno sciopero del sesso che vedrà momenti di cedimenti e ripensamenti, ma che alla fine otterrà la vittoria tanto agognata e tutti potranno essere soddisfatti e felici.

Commedia a favore della pace, contro le prepotenze politiche, contro la guerra, per l'emancipazione delle donne, sulla corruzione, è anche una riflessione sulla debolezza umana (degli uomini e delle donne).
Doppi sensi a gogò, alcuni gustosissimi sino al limite della decenza, è un'opera veloce seppur riflessiva; per farla breve, spassosissima.

3 giu 2014

Liberazione animale - Peter Singer (Saggio - 1975)

"Per la maggior parte degli esseri umani, specie quelli che vivono nelle moderne comunità urbane e suburbane, la più diretta forma di contatto con gli animali non umani si verifica all'ora dei pasti: noi li mangiamo. Questo semplice fatto costituisce la chiave del nostro atteggiamento verso gli altri animali, ed anche la chiave di ciò che ciascuno di noi può fare per cambiare tale atteggiamento".

Secondo il filosofo australiano, così come non esiste alcun fondamento etico che differenzia gli uomini in razze e sesso, non esiste neanche tra gli animali umani e i non umani, allargando così il concetto di uguaglianza tra noi e gli animali senzienti. Ciò non vuol dire che gli animali debbano avere i nostri stessi diritti, è ovvio, ma che sia loro concessa la nostra stessa considerazione. La differenza di specie, le tendenze naturali, le differenze cognitive non sono buone ragioni per ignorare gli interessi degli animali. Singer, quindi, ragiona in favore dei diritti animali sulla base dell'utilitarismo e dell'antispecismo, sostenendo che anche gli animali soffrono e, come noi umani, preferiscono non soffrire. Ed è il dolore, e la tendenza ad allontanarci da esso, l'elemento che ci accomuna.
Abbiamo degli obblighi morali verso gli animali, e il filosofo si scaglia sostanzialmente contro due pratiche immorali: la sperimentazione sugli animali e l'allevamento a scopo alimentare, frutto di atteggiamenti specisti. Per giustificare le sue tesi (e per suggerirci qualche senso di colpa), Singer racconta con dovizia di particolari le torture che gli animali, strumenti di ricerca, subiscono in laboratorio. Dimostrando come questi esperimenti spesso non portano ad alcun risultato! Però i laboratori restano chiusi al pubblico. Il contatto più comune con gli animali non umani, invece, anche se non ci pensiamo spesso, si consuma a tavola, quando li mangiamo. E come arrivano a noi? A fettine, puliti, senza sangue che imbratta le confezioni e non ci passa per la mente che poco prima erano esseri viventi, che hanno sofferto all'interno di gabbie e fattorie-lager al fine di essere scannati per noi.
Naturalmente, l'ovvia conseguenza per far fronte a tale disumanità, sarebbe quella di diventare vegetariani (meglio ancora vegani), boicottando la carne, informarsi e dare il buon esempio…
Il libro, infine, si chiude con un curioso capitolo dedicato alla storia del pensiero che sta dietro all'atteggiamento specista dell'uomo e con un altro capitolo, di confutazione alle obiezioni, che si occupa di quanto forte sia la resistenza all'antispecismo oggi e di quanti preconcetti ci siano da sfatare. 

I resoconti dettagliatissimi di torture, ma anche degli sprechi di natura economica che si compiono per sfamarci, rendono questo libro prezioso, di sensibilizzazione, oltre che espressione di un notevole esercizio logico ed etico.

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