Un blog di postille irrazionali. Un blog personale insomma; tanto per contraddirmi.
Presentazione
Presentazione
Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.
Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.
È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.
30 giu 2010
24 giu 2010
Caino - José Saramago (Romanzo - 2009)
Come un classico picaro, Caino attraverserà i primi libri della Bibbia raccontandoci le storie in essa contenute da una prospettiva differente, asciutta, arrabbiata magari, ma finemente critica e per quello che è nella realtà della riflessione. Dio, infatti, ci appare creatore crudele, onnipotente (ma che tutto non può), onnisciente (ma che tutto non sa e prevede); invidioso, sofferente di solitudine, ingiusto, egoista, negligente, geloso, superbo. Rivedendo le mitologie ebraico - cristiane, l’acutissimo autore appena scomparso ci induce a riflettere sulle assurdità derivabili da simili storie. I quesiti che si pone Caino, quest'uomo condannato a vivere in un tempo prolungato e distorto, in cui il futuro può addirittura precedere il passato, lo persuadono della malvagità e dell'ingiustizia di Dio.
In realtà le sue domande sono le ovvie domande che chiunque, provvisto di buon senso, dovrebbe porgersi. E appena poste, le uniche risposte accettabili saranno, sorridendo e un po' spaventandosi, di protesta, di esclusione, di rinnegazione verso simili storie che dipingono un Dio infinitamente buono e giusto, e verso simili divinità che possano esistere.
Adesso si capisce perché la Chiesa sia terrorizzata dell'opera di Saramago. Stimola innanzitutto la meditazione, la messa in dubbio di verità assolute e ciò, per loro, per gli uomini di chiesa, non è tollerabile!
Potentemente ironico, intensamente umoristico, duro alle volte, filosofico, lo stile di Saramago non permette al lettore di liberarsi dalla lettura. I richiami alla sessualità, anche espliciti, poi divertono e appiccicano gli occhi e l'immaginazione alle pagine. Del resto il sesso, il desiderio, la carnalità sono i motori che, da sempre, fanno muovere questo mondo...
Non saprei scegliere quale tra il precedente "Il Vangelo di Gesù Cristo", per tematiche e profondità del tutto simile, e questo preferisca. Entrambi sono capolavori d’ironia, ingegno e sprezzante quanto lucida derisione. Non saprei davvero...
Per fortuna sono esistiti certi autori, per fortuna esistono certi libri!
22 giu 2010
Vita nuova - Dante Alighieri (Romanzo - 1295)
Astrologia, teologia, allegorie, visioni oniriche vertiginose e anche terrificanti, alleati del poeta per esaltare la donna ambita, la donna angelo, Beatrice. E' vero, amore e sentimenti descritti sono così ingenui che adesso non avremmo dubbi a definire adolescenziali. La passione è solo spirituale, la donna è puro angelo, puro spirito; la passione è quindi scevra da coinvolgimenti carnali, dagli sconvolgimenti dei sensi e non solo della ragione. Per fortuna Petrarca e ancor più Boccaccio sono dietro l'angolo...
In tutto questo gioco di semplicità e pesantezza, tra sentimenti acerbi e strutture e forme in qualche modo molto moderne, trovo interessante pensare che la "Vita nuova", perlomeno la sua eroina, sarà intertestualmente celebrata nell'opera somma del sommo poeta.
20 giu 2010
In silenzio - Luigi Pirandello (Racconti - 1923)
L'influenza verghiana è molto forte e non mancano i richiami alla “roba” ad esempio. Ma le questioni principali sono diverse e profonde, peculiari di una certa opera pirandelliana. I singoli personaggi e le loro venture si relazionano di solito a quelle dei familiari. Non pare esistere l'individuo assoluto in Pirandello, solo l'io e gli altri; l'io e la famiglia soprattutto. La famiglia appunto, altro tema dei racconti. Tra affetti e difetti, tra amore e odio, le relazioni familiari sono causa di dannazione e condanna, e i singoli sono solo lucide vittime che non possono e non sanno reagire. Il tema della morte poi; la morte che non è possibilità bensì esclusione e annullamento, altro motivo ricorrente in questi racconti e non solo. La morte fa paura eppure può anche essere un nulla su cui aggrapparsi per far fronte all'insensatezza della vita, alla malattia. La malattia anche, non solo quella della vita, altro argomento quasi sempre presente.
Identità, famiglia, morte, malattia dunque, tutti concetti che si ritrovano nell'intera opera pirandelliana e che tanto hanno segnato la letteratura novecentesca.
Nota: i racconti che più mi sono piaciuti, "La morte addosso" e "Una voce".
17 giu 2010
Feste popolari siciliane - Giuseppe Pitrè (Saggio - 1881)
Si percepisce tra le pagine quanto forte fosse (e sia) il legame tra il comune e la chiesa, tra il laico e il religioso, e quanto politeismo importato, vestito da pesanti cappotti di monoteismo, dimori nelle tradizioni religiose.
Curiosi e divertenti i detti e i proverbi (rigorosamente in siciliano) sui santi e sulle date collegate ai loro festeggiamenti. Divertono pure gli usi gastronomici delle varie ricorrenze. Ciascuna di esse ha il suo cibo, di solito un gustosissimo dolce dal nome astruso e quasi impronunciabile, preparato dai frutti che le stagioni possono offrire.
15 giu 2010
Matrimonio e morale - Bertrand Russell (Saggio - 1929)
I concetti rivelati dall’autore un paio di anni prima del “Perché non sono cristiano” (quasi tutti condivisibili), nella nostra società vincolata da pregiudizi e pietosi disprezzi, sono tuttora inattuali. Russell si serve degli studi antropologici per avere conferma delle sue tesi e mi sorprende come il filosofo fosse, e sia, fuori dai tempi imposti da fugaci filosofie prevalenti. I saggi, di riflesso, sono anche il pretesto per criticare una bigotta e imperante etica sessuale che, per forza di cose, non è libera, non è ancorata alla verità.
Certune idee, come quelle razziste e sull'eugenetica, furono superate da Russell anni dopo. Nondimeno scandalizza e disorienta ancora leggerle...
E' probabile che alcuni miei pensieri in merito siano più radicali e quindi su certi paletti fissati da Russell posso anche dissentire, eppure il suo rimane un solidissimo presupposto dal quale non posso non costruire una struttura di pensiero positiva e propositiva.
Oggi, in un periodo storico dominato da classi dirigenti a loro volta dominate dall'ipocrisia e dal puritanesimo morale, questo libro dovrebbero leggerlo tutti, persino i bigotti.
9 giu 2010
Bouvard e Pécuchet - Gustave Flaubert (Romanzo - 1881)
La storia di questi due amici è, dunque, una storia di fallimenti. Da contadini, allevatori, coltivatori, chimici, anatomisti, astronomi, geologi, archeologi, critici letterari, attori teatrali, filosofi estetici, politici, economisti, amanti, ginnasti, spiritisti, metafisici, cristiani, pedagoghi - elenco e quasi gerarchia delle scienze! - non riescono mai a segnare un punto.
Le figure dei due amici condensano un’iniziale passione per la conoscenza tout court. Finiranno invece per essere dei tardi volumi enciclopedici viventi. Di tutto sanno, ma senza riuscire a trovare un senso, una risposta che sia certa, definitiva. Persino della ricerca stessa perderanno il tormento. Appesantiti di conoscenza, adagio si allontanano dal mondo, indifferenti a tutto e a tutti. Finiranno per copiare, senza pensare su quanto scritto, pagine e pagine. Un’enorme enumerazione e postille di tutto ciò che gli passa tra le mani.
Da notare che ogni rovina è spesso l'effetto dell'insegnamento dei libri... I libri, infatti, le opinioni anche in merito a questioni scientifiche attribuite dai diversi autori, determinano contraddizioni, contrapposizioni trascinando all'immobilismo i poveri autodidatti. Neanche l'esperienza, l'accumulo di conoscenza acquisita, per loro l'unico appiglio di salvataggio, sarà d'aiuto.
La storia dopo pochi capitoli diventa monotona e alla lunga noiosa. Però, il gusto raffinato per le descrizioni, tipico del romanzo ottocentesco, e la carica moderna del significato sono propellenti sufficienti per portare a termine la lettura. Tra l'altro, nei dialoghi tra i due amici è possibile conoscere i gusti letterari e artistici di Flaubert...
7 giu 2010
Il cristianesimo edonista - Michel Onfray (Saggio - 2006)
Nello sfogliare le pagine, è inevitabile leggere le ragioni della prepotente vittoria cristiana; una religione che si è imposta, a differenza di altre del tutto simili, grazie all'appoggio politico di imperatori opportunisti. Le sette gnostiche, ad esempio, sono tutte incredibilmente incredibili, assurdamente assurde, è vero, ma allo stesso modo dell'altra setta, quella cristiana. Almeno però le "sconfitte" insegnavano ad avere cura del proprio corpo, vedendo nel piacere una forma di cura di sé e del mondo...
I capitoli delineano cronologicamente le sette degli gnostici, degli adepti del Libero Spirito, per arrivare ai quasi semisconosciuti filosofi rinascimentali e concludere con Montaigne. Tutti o quasi nomi ignoti, nomi che potrebbero essere santificati nell'Olimpo del piacere, della carne, della lussuria. A Montaigne, più di tutti, il fondatore dell'Università Popolare di Caen, dedica un corposo capitolo. Il creatore di un "epicureismo cristiano" lo definisce. L'autore dei "Saggi" che diventerà il modello per quei filosofi che vedranno nell'epicureismo, nell'edonismo, fino all’agnosticismo e all'ateismo, la base per i loro sistemi filosofici.
Con uno stile ironico, magnetico, riesce a trascinare il lettore, e le numerose criptocitazioni sono sempre divertenti e cattive!
4 giu 2010
La morte a Venezia, Tristano, Cane e padrone - Thomas Mann (Racconti - 1912, 1903, 1919)
Gustav Aschenbach è uno scrittore che non racconta solo storie, ma che attraverso esse pretende di dire qualcosa. Lo scrittore desidera un luogo per ispirarsi, dove potere dire qualcosa e invece si ritrova serrato dalla vanità e dalla futilità di un mondo che non gli appartiene. Se dovessimo dipingere un quadro, questo, all'inizio, sarebbe pennellato con spenti colori grigiastri. Pittureremmo una Venezia maleodorante, soffocata dai miasmi di un colera latente. Poi, però, i colori diverrebbero più violenti, più brillanti...
Aschenbach è un voyeur disincantato dal mondo, dalla sua bruttezza, ma al contempo incantato dalla bellezza di un giovanissimo ragazzo polacco. E come un voyeur, fissa maniacalmente la sua attenzione su questo giovinetto dalle fattezze di un dio greco; sulla Bellezza. Dimentica i miasmi, l'afa; dimentica le ignobiltà del mondo, e alla fine il quadro, nell’ossessione di un pittore alla ricerca della perfezione, si colorerà di nero.
Tristano
Le atmosfere ospedaliere e allo stesso tempo fresche del sanatorio riecheggeranno di nuovo nel romanzo capolavoro di Mann, “La montagna incantata”. Nel racconto, un altro scrittore, assillato come Aschenbach dalla bellezza, è il protagonista. Schivo, disilluso, a tratti forse un poco melenso, si lascia attrarre dalla bellezza malata di una giovane donna sposata. Piano piano cresce l'interesse verso di lei. E si ribellerà contro il marito, tutto preso questo dalla semplice ingordigia dei commerci, con una lettera che mostra solo la sua vigliaccheria e la sua inettitudine verso le cose del mondo. La reazione a viso aperto del marito, franca e vitale, mentre la donna sputa il suo sangue tisico, zittisce il disilluso sognatore.
Cane e padrone
Racconto lungo poco affascinante, è la storia di un uomo felice del suo cane. Lo omaggia dedicandogli dei racconti nei quali ne esalta virtù e gioie insieme alla bellezza dei paesaggi in cui vivono. Un racconto che potrà piacere ai cinofili...
Il tema essenziale dei tre racconti è la Bellezza, sia che essa stordisce, sia che essa ammutolisce, sia che essa si fa vitale. In ogni caso, alla Bellezza i protagonisti di Mann vi scorgono un senso, una pulsione potentissima verso il pensiero e l'estasi che, prima o dopo, sebbene assorbiti nel proprio incanto, li porrà di fronte alla crudeltà della vita e della morte della vita.
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