Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

20 giu 2010

In silenzio - Luigi Pirandello (Racconti - 1923)

"Perché, caro signore, non sappiamo da che cosa sia fatto, ma c'è, c'è, ce lo sentiamo tutti qua, come un'angoscia nella gola, il gusto della vita, che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita, nell'atto stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di se stessa, che non si lascia assaporare. Il sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro"

Il titolo della raccolta è tratto dall'omonimo racconto che apre la sequela di storie, per lo più ambientate a Roma e in Sicilia, in cui il leitmotiv sembra essere un profondo senso d'angoscia, un'oppressione che ha le sembianze della schiavitù. I personaggi, infatti, sono vittime del proprio destino, incapaci di lottare fino alla fine, afflitti da una condizione di smarrimento che li spinge a vivere nella notte della nullità. Sono schiavi degli eventi, come storicamente sono stati i siciliani...
L'influenza verghiana è molto forte e non mancano i richiami alla “roba” ad esempio. Ma le questioni principali sono diverse e profonde, peculiari di una certa opera pirandelliana. I singoli personaggi e le loro venture si relazionano di solito a quelle dei familiari. Non pare esistere l'individuo assoluto in Pirandello, solo l'io e gli altri; l'io e la famiglia soprattutto. La famiglia appunto, altro tema dei racconti. Tra affetti e difetti, tra amore e odio, le relazioni familiari sono causa di dannazione e condanna, e i singoli sono solo lucide vittime che non possono e non sanno reagire. Il tema della morte poi; la morte che non è possibilità bensì esclusione e annullamento, altro motivo ricorrente in questi racconti e non solo. La morte fa paura eppure può anche essere un nulla su cui aggrapparsi per far fronte all'insensatezza della vita, alla malattia. La malattia anche, non solo quella della vita, altro argomento quasi sempre presente.
Identità, famiglia, morte, malattia dunque, tutti concetti che si ritrovano nell'intera opera pirandelliana e che tanto hanno segnato la letteratura novecentesca.

Nota: i racconti che più mi sono piaciuti, "La morte addosso" e "Una voce".

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