Gustav Aschenbach è uno scrittore che non racconta solo storie, ma che attraverso esse pretende di dire qualcosa. Lo scrittore desidera un luogo per ispirarsi, dove potere dire qualcosa e invece si ritrova serrato dalla vanità e dalla futilità di un mondo che non gli appartiene. Se dovessimo dipingere un quadro, questo, all'inizio, sarebbe pennellato con spenti colori grigiastri. Pittureremmo una Venezia maleodorante, soffocata dai miasmi di un colera latente. Poi, però, i colori diverrebbero più violenti, più brillanti...
Aschenbach è un voyeur disincantato dal mondo, dalla sua bruttezza, ma al contempo incantato dalla bellezza di un giovanissimo ragazzo polacco. E come un voyeur, fissa maniacalmente la sua attenzione su questo giovinetto dalle fattezze di un dio greco; sulla Bellezza. Dimentica i miasmi, l'afa; dimentica le ignobiltà del mondo, e alla fine il quadro, nell’ossessione di un pittore alla ricerca della perfezione, si colorerà di nero.
Tristano
Le atmosfere ospedaliere e allo stesso tempo fresche del sanatorio riecheggeranno di nuovo nel romanzo capolavoro di Mann, “La montagna incantata”. Nel racconto, un altro scrittore, assillato come Aschenbach dalla bellezza, è il protagonista. Schivo, disilluso, a tratti forse un poco melenso, si lascia attrarre dalla bellezza malata di una giovane donna sposata. Piano piano cresce l'interesse verso di lei. E si ribellerà contro il marito, tutto preso questo dalla semplice ingordigia dei commerci, con una lettera che mostra solo la sua vigliaccheria e la sua inettitudine verso le cose del mondo. La reazione a viso aperto del marito, franca e vitale, mentre la donna sputa il suo sangue tisico, zittisce il disilluso sognatore.
Cane e padrone
Racconto lungo poco affascinante, è la storia di un uomo felice del suo cane. Lo omaggia dedicandogli dei racconti nei quali ne esalta virtù e gioie insieme alla bellezza dei paesaggi in cui vivono. Un racconto che potrà piacere ai cinofili...
Il tema essenziale dei tre racconti è la Bellezza, sia che essa stordisce, sia che essa ammutolisce, sia che essa si fa vitale. In ogni caso, alla Bellezza i protagonisti di Mann vi scorgono un senso, una pulsione potentissima verso il pensiero e l'estasi che, prima o dopo, sebbene assorbiti nel proprio incanto, li porrà di fronte alla crudeltà della vita e della morte della vita.
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