Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

4 giu 2010

La morte a Venezia, Tristano, Cane e padrone - Thomas Mann (Racconti - 1912, 1903, 1919)

"Per cui noi rinunciamo alla conoscenza che dipana, poiché la conoscenza, o Fedro, non ha dignità né rigore; la conoscenza è sapiente, comprensiva, capace di perdono, senza carattere e senza forma; essa ha simpatia per l'abisso, essa è l'abisso"

La morte a Venezia
Gustav Aschenbach è uno scrittore che non racconta solo storie, ma che attraverso esse pretende di dire qualcosa. Lo scrittore desidera un luogo per ispirarsi, dove potere dire qualcosa e invece si ritrova serrato dalla vanità e dalla futilità di un mondo che non gli appartiene. Se dovessimo dipingere un quadro, questo, all'inizio, sarebbe pennellato con spenti colori grigiastri. Pittureremmo una Venezia maleodorante, soffocata dai miasmi di un colera latente. Poi, però, i colori diverrebbero più violenti, più brillanti...
Aschenbach è un voyeur disincantato dal mondo, dalla sua bruttezza, ma al contempo incantato dalla bellezza di un giovanissimo ragazzo polacco. E come un voyeur, fissa maniacalmente la sua attenzione su questo giovinetto dalle fattezze di un dio greco; sulla Bellezza. Dimentica i miasmi, l'afa; dimentica le ignobiltà del mondo, e alla fine il quadro, nell’ossessione di un pittore alla ricerca della perfezione, si colorerà di nero.

Tristano
Le atmosfere ospedaliere e allo stesso tempo fresche del sanatorio riecheggeranno di nuovo nel romanzo capolavoro di Mann, “La montagna incantata”. Nel racconto, un altro scrittore, assillato come Aschenbach dalla bellezza, è il protagonista. Schivo, disilluso, a tratti forse un poco melenso, si lascia attrarre dalla bellezza malata di una giovane donna sposata. Piano piano cresce l'interesse verso di lei. E si ribellerà contro il marito, tutto preso questo dalla semplice ingordigia dei commerci, con una lettera che mostra solo la sua vigliaccheria e la sua inettitudine verso le cose del mondo. La reazione a viso aperto del marito, franca e vitale, mentre la donna sputa il suo sangue tisico, zittisce il disilluso sognatore.

Cane e padrone
Racconto lungo poco affascinante, è la storia di un uomo felice del suo cane. Lo omaggia dedicandogli dei racconti nei quali ne esalta virtù e gioie insieme alla bellezza dei paesaggi in cui vivono. Un racconto che potrà piacere ai cinofili...

Il tema essenziale dei tre racconti è la Bellezza, sia che essa stordisce, sia che essa ammutolisce, sia che essa si fa vitale. In ogni caso, alla Bellezza i protagonisti di Mann vi scorgono un senso, una pulsione potentissima verso il pensiero e l'estasi che, prima o dopo, sebbene assorbiti nel proprio incanto, li porrà di fronte alla crudeltà della vita e della morte della vita.

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