La storia di questi due amici è, dunque, una storia di fallimenti. Da contadini, allevatori, coltivatori, chimici, anatomisti, astronomi, geologi, archeologi, critici letterari, attori teatrali, filosofi estetici, politici, economisti, amanti, ginnasti, spiritisti, metafisici, cristiani, pedagoghi - elenco e quasi gerarchia delle scienze! - non riescono mai a segnare un punto.
Le figure dei due amici condensano un’iniziale passione per la conoscenza tout court. Finiranno invece per essere dei tardi volumi enciclopedici viventi. Di tutto sanno, ma senza riuscire a trovare un senso, una risposta che sia certa, definitiva. Persino della ricerca stessa perderanno il tormento. Appesantiti di conoscenza, adagio si allontanano dal mondo, indifferenti a tutto e a tutti. Finiranno per copiare, senza pensare su quanto scritto, pagine e pagine. Un’enorme enumerazione e postille di tutto ciò che gli passa tra le mani.
Da notare che ogni rovina è spesso l'effetto dell'insegnamento dei libri... I libri, infatti, le opinioni anche in merito a questioni scientifiche attribuite dai diversi autori, determinano contraddizioni, contrapposizioni trascinando all'immobilismo i poveri autodidatti. Neanche l'esperienza, l'accumulo di conoscenza acquisita, per loro l'unico appiglio di salvataggio, sarà d'aiuto.
La storia dopo pochi capitoli diventa monotona e alla lunga noiosa. Però, il gusto raffinato per le descrizioni, tipico del romanzo ottocentesco, e la carica moderna del significato sono propellenti sufficienti per portare a termine la lettura. Tra l'altro, nei dialoghi tra i due amici è possibile conoscere i gusti letterari e artistici di Flaubert...
Nessun commento:
Posta un commento