Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

2 lug 2010

Giulia o la nuova Eloisa - Jean-Jacques Rousseau (Romanzo - 1761)

"L'unico mezzo sarebbe di spartire tutta la propria vita in due grandi porzioni, l'una per vedere l'altra per riflettere; ma anche questo è pressoché impossibile, perché la ragione non è un mobile che si possa lasciare e riprendere a piacimento, e se uno è riuscito a viver dieci anni senza pensare non penserà mai più"

Quanto obsoleto conservatorismo.
In questo romanzo epistolare - filosofico, i valori propugnati da Giulia - Rousseau sono i valori borghesi tutt'oggi dominanti e ipocritamente celebrati. Eppure, anche se Rousseau non se n’è accorto, sono valori emendati, lo sanno tutti, da quel vizio tanto deprecato ma la cui necessità regola e armonizza la convivenza tra gli uomini. Ma questo è un altro discorso…
Rousseau, nella “Nuova Eloisa” (il richiamo alle lettere dell’Eloisa di abelardiana memoria è ovvio) ci insegna una vecchia morale, purtroppo vincente, che, fondata su assiomi quantomeno discutibili, non riesce a spiegare né a correggere la perenne insoddisfazione dell'uomo. La storia di "Giulia" si può riassumere nel racconto spasmodico di un conflitto interiore tra la passione, che scuote e inebria, e le convenzioni sociali, che assopiscono e stordiscono, ma permettono di essere accettati. Assistiamo dunque alla lotta tra Saint-Preux, l'uomo al quale Giulia d'Etange vorrebbe concedersi per amore, quello passionale, quello sensuale, e i genitori di lei che faranno di tutto per separarli e costringere la figlia a sposare Wolmar, l'uomo onesto e facoltoso che la società ben vede, che converrebbe sposare.
Passione contro amore coniugale quindi. È il secondo a vincere, a dominare, a essere superiore, ed è naturale e conseguente l'elogio per l'autore del "Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini" della famiglia, del matrimonio, della religiosità.
Le riflessioni filosofiche del filosofo svizzero sono, come sempre, acute e penetranti. Nondimeno l'idea che la donna sia per natura pudica, che il suo scopo sia di moglie e madre, che l'amore sia superiore alla passione (senza mai pensare a un connubio tra i due) sulla lingua hanno un sapore di muffa, rancido, quasi putrescente. Secondo l'anticipatore del romanticismo, il bene del matrimonio si forma, si plasma solo se la passione si tramuta in sentimento, la sessualità in amore. Mi chiedo perché non possano coesistere insieme, appassionatamente, passione e sentimento, sessualità e amore. Quanto trovo superiore la sensualità e la vittoria dei protagonisti de "L'amante di Lady Chatterley" di Lawrence...
La lettura procede claudicante per via dell'enfasi patetica delle lettere. Quelle di Saint-Preux, infatti, sono mielose e lamentose, come quelle di risposta di Giulia sono, almeno le prime, distaccate e traboccanti di affettata virtù. Quando anche il suo sentimento sarà chiaro, allora le lettere di Giulia diventeranno meno sospettose, ma le espressioni patetiche rimangono se non si rafforzano. Il personaggio di Saint-Preux, il personaggio che ama con passione, il precettore filosofo, potrebbe essere il più interessante, invece è proposto con superficialità, e di lui si leggono addirittura apologie dell'ignoranza. Persino le descrizioni sullo stile di vita e sull'organizzazione di Clarences, luogo di campagna in cui Giulia, il marito Wolmar e i figli si trasferiranno (che fanno pensare al romanzo utopista), sono melliflue e nauseanti.
Non mancano tuttavia curiosità sulla musica (una delle grandi passioni di Rousseau), considerazioni sulla Francia, sulla letteratura, sul teatro e non mancano apprezzabili osservazioni sulle contraddizioni umane. Nel racconto dello stile di vita coniugale e familiare a Clarences, in sintesi, si legge altresì il pensiero pedagogico del filosofo svizzero, poi pienamente sviluppato nell'"Emilio". Il romanzo, inoltre, è costellato da "N.d.A." a piè di pagina. Sono piccole note dell’autore sullo stile e sulla filosofia dei personaggi che divertono per la loro autoironia.

Dunque Rousseau: geniale, sempre lucido nelle sue indagini, grande scrittore; non ne ho quasi mai condiviso il pensiero...

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