Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

30 lug 2010

Se questo è un uomo - Primo Levi (Romanzo - 1947)

"Essi popolano la mia memoria della loro presenza senza volto, e se potessi racchiudere in una immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero"

Nato dalla necessità di raccontare l'estremo, l'infinito, "Se questo è un uomo" è la storia di un viaggio: un cammino lento e spietato verso la discesa, verso le profondità del male; di una catabasi. L'ordine quasi scientifico con cui è presentata l'odissea dell'io narrante, di Primo Levi, dovuta probabilmente alla formazione scientifica dell'autore stesso, sonda con un potente faro le volute e le contorsioni ambigue della rassegnazione. In questo approdo di nullità e rinuncia c'è l'uomo nella propria essenza, nella propria innata malvagità. L'analisi scientifica delle emozioni (o meglio dell’assenza delle emozioni), insieme alle descrizioni crude dei luoghi e dei diversi momenti di una giornata da deportato, sono oltremodo trascinanti e con difficoltà, seppur con sdegno, si sente il bisogno di non abbandonare la lettura.
Romanzo pedagogico, storico, esistenziale, del terrore, è la cronaca personale di un evento che oggi, forse, sentiamo lontano nel tempo. Gli orrori dei Lager sono il simbolo della naturale perfidia umana, portata al limite della sua ferocia. Il Lager quindi: l'espressione finale della coerenza logica quale archetipo della follia divenuta perfetta nella sua consequenzialità (è bene chiarire che, da parte mia, non è questa tensione a dover essere biasimata bensì i presupposti che vi stanno alla base...).
La testimonianza diretta non può non coinvolgere e provocare riflessioni sulla natura dell'uomo e sulla pericolosità, se non emendate dal buon senso, della ragione e della passione. Il libro quindi si fa documento storico e allo stesso tempo monito per la memoria e per l’uomo e il buon senso.

E' un romanzo che tutti, almeno una volta, dovrebbero leggere. Consiglierei l'obbligatorietà della lettura nelle scuole.

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