Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

15 lug 2010

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano - Galileo Galilei (Saggio - 1632)

"Ora, quando sia vero che 'l centro del mondo sia l'istesso che quello intorno al quale si muovono gli orbi de i corpi mondani, cioè de' pianeti, certissima cosa è che non la Terra, ma più tosto il Sole, si trova collocato nel centro del mondo; talchè, quanto a questa prima semplice e generale apprensione, il luogo di mezo è del Sole, e la Terra si trova tanto remota dal centro, quanto dall'istesso Sole"

Tutti conoscono l'intensa vita di Galilei, le sue rivoluzionarie scoperte scientifiche, i suoi concitati sforzi filosofici, la sua geniale capacità divulgativa, il suo valoroso coraggio di fronte agli attacchi ecclesiastici. In questi giorni mi sono cimentato nella lettura di quello che unanimemente, e con ragione, è considerato il suo capolavoro filosofico, scientifico e letterario.
Benché siano frequenti semplici (eppure faticose) dimostrazioni geometriche e fisiche, e benché non sia facilissimo da seguire se non si ha dimestichezza con il volgare fiorentino di fine ‘500 (ma nemmeno impossibile), questo dialogo, summa del pensiero e delle scoperte galileiane, deve essere letto e conosciuto.
Il confronto si svolge a Venezia. Durante quattro lunghe giornate si dibatte principalmente della teoria classica, di ascendenza aristotelica, del cosmo e si rivelano come alcune tesi sul moto siano errate; si dialoga del moto diurno e annuo della Terra; e infine, seppur in questo punto lo scienziato pisano sbagli, delle maree. Il confronto è polemico ma garbato; modi d'altri tempi... Gli attori sono tre: Simplicio, professore aristotelico, Sagredo, appassionato delle nuove scoperte astronomiche, e Salviati, sostenitore del copernicanesimo e amico di un "Accademico Linceo", sua fonte principale, dietro cui si cela, ma non troppo, Galilei. Il primo, Simplicio, è accademico, fossilizzato sulle teorie del maestro Aristotele. Conosce a memoria i testi dello Stagira, si serve sovente di citazioni latine, ma non è in grado di sgomberare la mente da pregiudizi e tentare così di criticare e mettere in dubbio le sue teorie. Il suo modo di parlare, infatti, è greve, pomposo, mentre le idee che propone per confutare Salviati sono approssimative, vetuste e prive di qualunque forza persuasiva. Sagredo, invece, è il più ironico dei tre. Si avverte una vivace frenesia per la conoscenza. Alle volte è impaziente, però è attento alle spiegazioni dei due avversari. Non è un mistero che sia vicino alle dimostrazioni di Salviati. Quest'ultimo, infine, lo stesso Galilei, è in grado di fare fronte alle ottusità del senso comune e di antichi pregiudizi. Le osservazioni di Salviati sul Sole, la Luna e i pianeti, nella loro ingenuità, sono eccezionali; quasi fossero descritti da un bambino che guarda per la prima volta la Luna attraverso l'oculare di un telescopio.
Mi piace sottolineare come Galilei, quantunque lotti contro le osservazioni scientifiche di Aristotele, allo stesso tempo ne apprezzi il metodo e la volontà di sapere. Così come prova (stavolta senza troppo coraggio, ma sono ancora lontanissime le luci dell'Illuminismo…), a riabilitare la Bibbia e i suoi errori scientifici.
Nella propria essenza, il "Dialogo" galileiano è un libro polemico e audace. Galilei è solo contro tutti - solo come uomo ma forte della sua convinzione di scienziato -; è un'opera capitale per la storia del pensiero e della scienza.

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