Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

13 lug 2010

Le sventure della virtù - Donatien-Alphonse-Francois de Sade (Racconto - 1787)

"Ma questo essere che aggredisco è mia madre, l'essere che mi ha portato in grembo. E sarà questa vana considerazione a fermarmi? e a che titolo essa potrà riuscirci? questa madre pensava a me quando la sua lubricità le fece concepire il feto da cui derivo? le devo essere riconoscente per aver assecondato il proprio piacere?"

Idea primigenia di quella che poi sarebbe diventata una delle opere più celebri e scandalose del "divino marchese", "Justine ovvero le sventure della virtù", questo lungo racconto delizia il lettore con uno stile eccessivo, ampolloso, ma carico d'effetto, e una trama gustosa, estrema e avvincente, seppur prevedibile e alle volte semplice.
Le intenzioni dell’opera sadiana sono sempre state filosofico - pedagogiche. E questa storia non è da meno. Infatti le assurde vicende della protagonista, Justine, cominceranno quando avrà appena dodici anni e si consumeranno quando sarà già donna e pronta al supplizio finale... Fino all’ultimo, saranno le sue sventure da ragazza virtuosa che ci accompagneranno, sino a giudicare, o meglio a porci la domanda, sul merito che la sciagurata Justine ripone nei valori e nei doveri religiosi. Per i modi narrativi e le intenzioni del racconto, con le dovute distinzioni, la storia di Justine mi ricorda il "Candido" di Voltaire (1759).
Il racconto in sé è spassoso. Sade dialoga di sovente con il lettore, aumentando e incoraggiando il gusto della riflessione e della lettura. Ciononostante, i continui resoconti delle sevizie e degli abusi, alla lunga, riducono la soglia d'attenzione. Da un punto di vista più filosofico (ma non per questo comprensibile), è interessante notare, invece, l'accostamento tra la virtù e la miseria, e tra il vizio e il lusso. Certo, i continui richiami all'epicureismo non sono, ovviamente, ortodossi. L'edonismo sadiano è più vicino a quello cirenaico, corrotto dall'opportunismo del marchese e dalla sua volontà a giustificare il suo estremismo.
Comunque sia, lo scrittore francese, tanto adorato e tanto odiato dalla storia del pensiero, in sostanza ci pone una domanda di natura morale, ci pone innanzi a una scelta: è preferibile seguire la virtù che ci rende la vita difficile e alla lunga, si sa, non l'avrà mia vinta, oppure è preferibile accodarsi ai dettami naturalissimi del piacere delle passioni e vivere una vita appagante e meno infelice? Perché abbandonarsi alle ingenuità della virtù e non alle intelligenze del vizio?
Con le dovute correzioni epicuree, io, da parte mia, ho già scelto…

Nota: la figura della sorella di Justine, Juliette, che all'inizio del racconto aveva scelto il sentiero del vizio, è abbozzata sommariamente nelle sue vittorie sulla vita. Il suo trionfante personaggio sarà ripreso qualche anno dopo, con qualche variante sul racconto letto, nel romanzo a lei interamente dedicato: "Juliette ovvero le prosperità del vizio".

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