Un romanzo polifonico di matrice prettamente cattolica che è possibile suddividere in due atti: il primo di presentazione dei personaggi, della famiglia Bellaviti, dei due amici Ettori; dopo la morte del nonno Cosimo, invece, il secondo atto in cui le disgrazie, le sventure si dipanano fino alla conclusione, ma anche fino alla redenzione di tutti.
Certamente a tratti patetico, macchiettista, di un'elegante leziosità tipicamente ottocentesca. Stilisticamente però è notevole, ben fatte le descrizioni (quasi ottocentesche), anche se, a parte le incomprensibili frasi in dialetto milanese, si dilunga molto su certi dettagli, certi episodi che stancano la lettura. Interessanti i personaggi poco dediti alle cose religiose come lo zio Panfilo. Spiccano per ironia e arguzia; fanno da contraltare a quell'aria di pesante misticismo che aleggia nelle pagine del romanzo. Si dà il caso che lo stesso zio Panfilo, l'anticlericale, sia l'uomo più colto della famiglia insieme al nonno Cosimo, "anticlericale all'acqua di rose", che conosce il latino ed è il punto di riferimento massimo per tutta la famiglia, e non solo per motivi anagrafici o generazionali. A loro si contrappongono i veri protagonisti del romanzo, i due fratelli Renzo e Silvia descritti nella loro genuinità e ingenuità di adolescenti e, dopo, nella loro complessità di uomo e donna maturi alla ricerca di un senso dell'esistenza. Colmi di bontà e di altruismo, nel loro velocifero, la diligenza dismessa in cui giocano alla crudele favola dell'arca di Noè che impone ai due fratelli di scegliere chi salvare o meno, saranno costretti a fare i conti con la realtà della vita, con l'amore, con le ristrettezze economiche, con le inimicizie, con la guerra, con lo spirito.
Un romanzo di formazione religiosa, in cui le disgrazie avvengono per mettere alla prova e per fare esaltare le virtù religiose. Ricorda molto le intenzioni di Manzoni, ma anche, per via del sentimentalismo traboccante, le intenzioni di "Cuore" di De Amicis.
Divertenti, all'inizio del romanzo, le descrizioni dei fatti scolastici, così come le descrizioni, nell'ultimissima parte della storia, dei campi di battaglia, delle trincee, dei soldati in guerra sono toccanti.
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