Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 lug 2011

La zia Julia e lo scribacchino - Mario Vargas Llosa (Romanzo - 1977)


"Fu un contatto molto rapido ma non se l'aspettava e la sorpresa fece sì che questa volta cessasse un momento di ballare. Adesso il suo stupore era totale: spalancava gli occhi ed era a bocca aperta. Quando finì il pezzo, lo zio Lucho pagò il conto e ce ne andammo". 

Mario, un giornalista dalle spiccate doti intellettuali, incuriosito dal lavoro dell'altro protagonista, Pedro, autore prolifico di radiodrammi, s’innamora della divorziata sorella della moglie di suo zio, Julia. La donna, donna di vita, disinibita e ammiccante, stravolgerà l’esistenza di Mario. Mentre la storia d’amore tra il diciottenne e la trentaduenne, i quali finiranno per sposarsi nonostante le feroci opposizioni della famiglia, cresce tra mille difficoltà, Pedro, lo scrittore di fama idolo di Mario, dai primi capitoli è vittima della follia. Inizia sentendosi perseguitato dagli argentini (che a suo dire plagiano le sue opere) per giungere in un crescendo ben orchestrato a confondere i suoi personaggi nelle diverse opere che saranno recitate in radio. 
I capitoli del romanzo, scritti in prima persona, sono intervallati dai racconti, in terza persona, che lo scribacchino scrive per la radio. Hanno la caratteristica dell’inconcludenza e lasciano il lettore con una serie di domande che non avrà risposta e mostra come la follia dello scrittore piano piano lo conquisti del tutto. Tanto che, ad esempio, certi personaggi morti in un racconto precedente, ritornino balzacchianamente in quello successivo. La letteratura come follia?
È immediata l’associazione mentale con il successivo (1979) "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino. Anche qui c'è dell’evidente metaletteratura, del metaromanzo, l’ironia del postmoderno; elementi tutti che rendono il romanzo modernissimo e che lo impreziosiscono con l’idea che la letteratura possa essere soprattutto gioco e riflessione.

Lo stile sintattico è dilettevole, intendendo con questo aggettivo che mi sono divertito a ritrovare certe costruzioni che apprezzo: periodi non smodatamente ipotattici, continuo bisogno di elencare per sottolineare...

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