Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

12 gen 2012

La tomba e altre storie dell'orrore - Howard Phillips Lovecraft (Racconti - 1917/1929)


"Per la prima volta in vita sua, quella notte conobbe la paura: anche se si divincolava con tutte le sue forze, non riusciva a sganciarsi da quella misteriosa stretta che lo afferrava per i piedi, attanagliandolo senza mollare neanche per un secondo la presa".

Rileggere un libro è sempre un rischio. Potremmo trovarci di fronte a una nuova sorpresa, o al contrario a una delusione, oppure alla conferma che la lettura passata e le sensazioni di allora avevano colto nel segno. Rileggere un’antologia di racconti dell’orrore di Lovecraft non è esente da questa, ovvia, legge. Si rischia; ho rischiato. 
Il soprannaturale, l’orrore, la metafisica nella tecnica narrativa di Lovecraft si vestono con gli abiti eleganti della verosimiglianza. Anche se quello che leggiamo non può essere vero, la capacità descrittiva dello scrittore di Providence ci spinge a crederci. La persuasione diventa così il punto fortissimo della sua narrativa. La cura delle atmosfere, ricercate e ovattate, sorprende e abbaglia perfino, e la sensazione di leggere delle storie dell’orrore, e quindi irreali, in un primo momento sparisce del tutto, per poi permettere al terrore di esplodere nelle nostre vene. Il reale, descritto con minuzia scientifica, si fonde alla visionarietà dell'irreale e i due stati, di veglia e di sonno, si liquefanno armonicamente lasciando che la paura, o meglio il terrore, ci conquisti con la sua agghiacciante sinfonia.
I protagonisti sono sempre degli alienati, spesso colti e raziocinanti, emarginati da una società superficiale e abietta, e ci mostrano quanto questi racconti - scritti in prima persona - siano non solo per molti aspetti biografici, ma anche sociologici. Il mondo, le visioni degli universi sterminati e alternativi dell'immaginazione dello scrittore statunitense, descrivono paradossalmente il mondo tangibile che ci circonda, con tutte le sue imperfezioni e i drammi dell’esistenza. Inoltre i luoghi descritti e sognati nei racconti sono le regioni delle nostre paure; così case stregate, abissi marini, tombe chiuse da massicci cancelli, angoscianti vagoni di treni, nascondono gli angoli bui del nostro inconscio dove la paura e il terrore sono sovrani incontrastati.
Su tutti: 'La tomba', 'Nella cripta', 'I cari estinti'.

Il rischio: ne è valsa la pena. Chissà però se la prossima lettura avrà la stessa potenza emotiva.

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