Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

1 dic 2010

Illuminismo estremo - Michel Onfray (Saggio - 2007)

"Jean Meslier, curato ateo e anarchico; La Mettrie, medico filosofo, partigiano tragico dell'arte di godere; Helvétius, fermiere invaghito di giustizia sociale; d'Holbach, barone materialista difensore di una 'etocrazia'; Sade, marchese sfrenato. Un quintetto infernale per idee che puzzano violentemente di zolfo"

Quarto volume delle ormai celebri 'Controstoria della filosofia', segna il passaggio da una storia del pensiero laico, tenacemente critico verso la religione, al possesso pieno ed estremo dell'ateismo. Per la prima volta, tra la fine del '600 e tutto il '700, il pensiero dell’uomo si spinge verso una netta sistematizzazione dell'ateismo, precisa e organizzata, dichiarando in tal modo guerra a tutta la tradizione religiosa, cristiana soprattutto, che aveva condizionato fino allora società, pensiero e cultura. Filosofi dunque che con le loro idee hanno investito massicciamente un modo di vedere il mondo luminoso e ovattato (ma non incuriosito e coinvolto), costellato da angeli armonici e da santi felici innanzi a una divinità infinita, con i macigni del dubbio e della passione.
Con la loro critica, filosofi come il 'visionario' Meslier, il 'voluttuoso' e 'oppiomane' La Mettrie, il libertino e 'ossimorico' Maupertuis, il 'pragmatico' Helvétius, 'l'ateo virtuoso' d'Holbach e il 'fascista' Sade, hanno oscurato il vecchio e melmoso sistema filosofico, soppiantandolo con un altro ancora più luminoso, meno contraddittorio, più limpido e coraggioso... Eppure, come già sappiamo, la loro luce presto, molto presto, fu offuscata dall'ignoranza e dalla paura; e di loro e del loro pensiero ci si dimenticò alla svelta. Onfray, per fortuna, li risuscita...
Nel suo lavoro, il filosofo francese mette in luce le incoerenze dei classici pensatori illuministi (come Voltaire, Kant, Rousseau) giudicandoli pavidi e in combutta con il potere. Ma del resto anche loro sono tra i vincitori nella storia della filosofia, e non è di loro che Onfray vuole occuparsi, bensì dei vinti, degli sconfitti, dei coraggiosi e incapaci di compromessi.

Certo l’autore nella sua indagine trova dei limiti dove gli altri hanno trovato la grandezza e, viceversa, scorge la ricchezza dove gli altri hanno scovato un limite. Un ribaltamento di prospettive, sovversivo fino all'ultima frase, che alle volte può sembrare semplicistico, ma che uno stile ammiccante e crudele al contempo nasconde.

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