Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

11 set 2012

I filosofi in cucina - Michel Onfray (Saggio - 1989)


"Un sapere ateo è sapienza estetica. La confusione tra una scienza dell'agire e l'arte di vivere invita a questa diet-etica desiderosa d'eudemonismo. Destinata alla putrefazione e all'esplosione in molteplici frammenti, la carne non ha altro destino che quello anteriore della morte. Il cattivo uso del corpo è un errore che ha in sé la propria sanzione: non si recupera il tempo perduto".

Da un gustoso racconto autobiografico, Onfray prende la penna e si lancia nel progetto di una lezione di edonismo. Il bene è il piacere; e il piacere dovrebbe essere la molla che ci spinge a vivere l’unica vita che ci è concessa. Non c’è nulla dopo la morte. È il corpo che pensa, sono i sensi che stimolano la riflessione, che conoscono. Perché quindi mortificare il corpo e privarci del piacere in vita? Da questo presupposto, ateo, materialista, il filosofo si muove e l’elogio del fisico, dei sensi, unici dispensatori di verità e fondamenti della ragione e della logica, si fa propizio, assoluto.
Qui in particolare Onfray prende in esame il piacere della gola e propone una dietetica che si fa estetica, etica, scienza della soggettività. Il pensare e filosofare in cucina, con le sensazioni, con la materia, mettere in rapporto la testa pensante e la pancia istintiva. Anche perché soddisfatta la pancia è più semplice filosofeggiare! 
Convinto del celebre motto feuerbachiano 'l'uomo è ciò che mangia', con uno spassosissimo gioco comparativo, Onfray racconta curiosissimi aneddoti sulle abitudini culinarie di alcuni fra i più grandi filosofi per carpirne il temperamento del loro pensiero. E così leggiamo di un cinico ed estetico Diogene contrario all'artificio dei costumi e delle tradizioni, e che nel cannibalismo scorge coerenza per un ritorno alla semplicità dello stato di natura. Di un oscurantista e reazionario Rousseau che si nutriva di latte e di verdure solo per non morire. Di un critico Kant che nei sensi scova imprecisioni e particolarismi e non si cura di essi, anche se trova nel vino e nella buona cucina il modo per smentirsi. Di un utopista Fourier che desidera dominare ogni piega della natura per creare la società armonica e perfetta, dove il desiderio del buon cibo sarà il fulcro che renderà equilibrata la società. O di un morigerato e inattuale Nietzsche, ghiotto di salumi, che crede che la dieta determini l'etica e che la misura sia un dovere verso il corpo. Oppure di un rivoluzionario ed esaltato Marinetti che vede nella dieta estetica, a base di riso nazionale e fantasia, il futuro. O infine di un platonico Sartre, schifato dai crostacei, dall'igiene, dal corpo, che non ha alcuna cura di sé e dell'alimentazione.

È un libro che ovviamente patteggia per i filosofi burrosi, amanti della cucina opulenta e saporita, che si scaglia contro i filosofi asciutti, ascetici, senza predilezioni per i piaceri della gola. Un libro succulento, fragrante, farcito di piacere.

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