Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

25 set 2011

Gaspard de la Nuit - Aloysius Bertrand (Poema in prosa - 1836)


"Dodici maghi danzavano un girotondo sotto la grande campana di Saint-Jean. Uno dopo l'altro evocarono la tempesta, e rintanato nel mio letto contai spaventato dodici voci che in processione attraversarono le tenebre".

Ispiratosi evidentemente alla drammaticità di una certa pittura e al fantastico romantico di Hoffmann, tanto che il sottotitolo recita: 'Fantasie alla maniera di Rembrandt e di Callot' - il primo a simboleggiare i chiaroscuri dell'interiorità, il secondo la forma dell'apparenza –, Bertrand ci anticipa alcune delle successive idee 'maledette', simboliste e surrealiste. Opera sperimentale, alchemica direi, in cui si incontrano e coagulano fantasie medioevali, pittura, musica, poesia, prosa, filosofia.
Il narratore incontra un misero uomo con il quale intavola una discussione filosofica sulla poesia e sull'arte. Non esauritasi, il misterioso uomo consegna al narratore un libro, 'Gaspard de la Nuit' appunto, il cui autore è lo stesso uomo, il diavolo in persona si verrà a sapere poco dopo. Il libro (costellato da infiniti spazi bianchi e diviso in sei libri, e il terzo, così lunare e misterioso, è il più affascinante) si articola in un caleidoscopio di brevissimi racconti, pennellate pittoriche su luoghi rivisti nei ricordi, territori notturni e spettrali, lune piangenti e gnomi malefici. Tutto questo nel tentativo di trovare e carpire il valore e il senso della poesia. Ma gli elementi romantici sono ancora troppo forti: Dio, Amore, Natura, Storia, Sentimento, Idea, sono tutti concetti vetusti e superati.

Nonostante l'originalità della forma e della poetica, il poema puzza di vecchio. Un fiore magari, ma decomposto (non in senso baudelaireiano).

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