Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

12 set 2011

Storia e cultura dell'Illuminismo - Norman Hampson (Saggio - 1968)


"L'Illuminismo fu un atteggiamento mentale, più che un orientamento scientifico e filosofico. Pochi seguirono da vicino le discussioni intellettuali che si svolgevano fra un pugno di uomini a Londra e, soprattutto, a Parigi; e ancor meno furono coloro che accettavano tutte le conclusioni dei pensatori più rivoluzionari".

Già alle medie, quando per la prima volta sentii parlare di Illuminismo, di primato della ragione, di fiducia e di progresso, subii un fascino tutto particolare, nuovo, verso il valore della ragione contro le superstizioni. Insieme alla mia passione per l'astronomia in quegli anni, le idee ‘illuminate’ mi diedero un senso di speranza e ottimismo. Capivo che l'uomo poteva evolversi, migliorarsi, grazie alla ragione e alle sue scoperte. Afferrare inoltre quanto forte fosse il legame strettissimo tra le scoperte galileiane (Galilei era già un idolo per me) e gli sviluppi filosofici e culturali che si diramano fino a oggi ma che nel XVIII secolo furono incendiari, mi portarono a definirmi, per quanto potesse valere per un adolescente, un discepolo dell'Illuminismo. Certo, le successive letture, ad esempio humeiane, il sentimento progressivo di sfiducia verso l’uomo e i suoi limiti, così come il fascino romantico per l'individuo e l'infinito mi destabilizzarono non poco. Ma quello fu solo un attimo di sgomento. Mi bastò una banale riflessione per ritornare a subirne il fascino: era pur sempre per mezzo della ragione, del linguaggio con cui essa si esprime, che quelle riflessioni sui limiti delle possibilità intellettive dell'uomo erano state compiute. E se la seduzione del volere della potenza dionisiaca mi portò a superare certi confini (nonostante la distanza dalla mia vitale necessità di ordine), trovai una sintesi tra i due estremi. E come summa di contraddizioni arranco sulle pareti montane dei confini umani…
Questo per dire che anche il secolo dei Lumi, essendo secolo di fatti e d’idee degli uomini, ha comunque i suoi limiti e le sue contraddizioni. Lo storico inglese non si tira indietro, e nel suo lavoro cerca di descrivere, districandosi tra le incoerenze, le difficoltà di definire un secolo talmente luminoso da abbagliare e rendere ciechi. Il professore è anche attento a rilevare quanto il secolo della luce non si affermi per puro caso. Le sue radici affondano almeno nei due secoli precedenti, i quali, dopo numerose scoperte scientifiche e intuizioni filosofiche, furono prefazione necessaria per accendere la fiamma dei lumi. Le scoperte geografiche, e lo spiazzamento conseguente, le scoperte scientifiche, soprattutto astronomiche, furono la causa di un turbamento europeo che sconquassò il pensiero degli uomini. La deflagrazione delle scoperte scientifiche inoltre generò un doloroso rinculo che colpì la spalla della religione. Dietro la fronte degli illuminati s’incendiarono idee, visioni, e il mondo cambiò. La vivacità della nuova cultura diventò simbolo di potenza e la gara tra i regnanti a chi poteva pavoneggiarsi meglio con le piume colorate della cultura portò inevitabilmente alla sua diffusione. E tuttora resta il fascino di un’epoca che da lontano ci sussurra la bellezza della conoscenza.

L’opera è divulgativa, ben congegnata, scevra da eccessi di entusiasmo, onesta per le considerazioni dello storico sulle difficoltà di definire in generale un periodo e la scrittura è scorrevole e gradevole.

2 commenti:

  1. Grazie Prof, non solo per la recensione. Nelle tue parole ritrovo una passione che, muovendo dai tempi (haimé remoti) della mia adolescenza, non ha mai smesso di accompagnarmi.
    Credo che l'Illuminismo, con il suo portato di fiducia nell'Uomo e nel progresso scientifico sia alla base della cultura laica dell'Occidente e la forza motrice di ogni umano progresso. Libertà, Uguaglianza, Fratellanza!
    Proprio per questo, in tempi nei quali assolutismi religiosi e roghi più o meno virtuali si rinfocolano ai quattro angoli del mondo, anche una sola parola che riaccenda l'attenzione sul valore della ragione sia da accogliere con gioia e speranza.

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  2. Grazie a te per le 'illuminate' parole!

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