Gli episodi narrati, però, hanno il loro fascino. Il racconto degli avvenimenti siciliani, poi (certo per motivi di sangue), s’impossessa di un’essenza d'interesse maggiore. Ma anche questo specifico momento lascia a desiderare...
Malgrado ciò, ci troviamo innanzi alle descrizioni di anni di guerra, di anni di battaglie, di anni di tregua, di anni di attese. Si ha la percezione che gli uomini coinvolti nella guerra vivessero nella tensione della sospensione, dell’attesa. Ne emerge un lungo periodo di difficoltà che segnò inesorabilmente la crisi di una civiltà che ancora oggi ha parecchio da dire.
Le immagini con le didascalie e le mappe che corredano il libro, aiutando la lettura e la comprensione degli avvenimenti, permettono anche di intuire le dotazioni militari che sia gli uomini di terra sia di mare adottarono. E viene naturale pensare alla guerra, alla sua difficoltà e tragicità.
Sembra inevitabile, anche per l'autore, citare le fonti: Tucidide soprattutto, generale protagonista e testimone oculare, e Senofonte; entrambi esempi di storici tutt'oggi da seguire.
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