Il “discorso” è, in sintesi, un dizionario dell'amore. I frammenti si sviluppano scegliendo e seguendo i temi della struttura amorosa in ordine alfabetico. E come un dizionario, è un libro la cui lettura andrebbe sorbita lentamente, con parsimonia. Una lettura vorace e fulminea potrebbe tediare. La struttura a frammenti tuttavia esalta il piacere della lettura. La scelta poi di confrontarsi con alcuni autori e le loro interpretazioni sulle questioni amorose, dirette, impudiche, alle volte geniali, stordisce piacevolmente. Il volume è difatti anche una piccola summa moderna delle tesi sull'amore di cui s’impossessa l'io nel suo esame. Tra gli svariati temi trattati, il più ricorrente è quello della sofferenza in un rapporto di coppia. Un esempio è dato dall'amore appassionato del Werther goethiano: innamorato alla follia, disperato, suicida... Il romanzo di Goethe, è bene ricordarlo, resta un punto fermo in tutta la disamina barthesiana. E la straordinaria cultura e conoscenza linguistica barthesiana s’intravede tra le righe, ammiccante e divertita.
In tutto ciò, l'innamorato, l'io che scrive, è espressione di emozioni, ma anche di gesti e di azioni. Eppure sono quasi assenti nell'analisi gli slanci della passione sessuale, del sesso selvaggio e conturbante. L'innamorato che parla è cosciente di ciò che dice e pensa. Sembra in effetti più una persona che ha esperienza passata dell'innamoramento, che una persona innamorata nello stato attuale dell'invasamento amoroso.
Credo sia un libro da leggere nelle opportune condizioni emozionali, e che vada consultato, di tanto in tanto, come un promemoria.
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