Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 mag 2010

Liszt maestro di piano - Caroline Butini Boissier (Diario - 1832)

"Normalmente inizia i suoi pezzi insensibilmente, talvolta con indifferenza, poi si anima ed entra in uno stato tale di esaltazione che il suo petto si gonfia, gli occhi scintillano, palpita, ansima, quasi esce di senno tanto la sua anima è delirante"

La mamma di una giovane pianista, ammaliata dalla genialità di un ancora giovanissimo Liszt, decide di scrivere un diario delle lezioni della figlia con il maestro ungherese. Ne vengono fuori delle pagine intense, davvero sentite (a tratti decisamente romantiche...), su un Liszt davvero geniale. Precocissimo pianista, interessato all'arte tutta in una Parigi complicata per i sommovimenti popolari, il futuro compositore degli “Studi trascendentali” è un pianista appassionato e appieno abbandonato alle emozioni. Attento all’esattezza di quest'ultime, quasi maniaco e pretenzioso maestro di precisione, ne viene fuori il ritratto di un giovane che si sente scomodo, inadeguato nel tempo in cui vive. Non c'è dubbio, ha delle idee appassionate su alcuni autori anche contemporanei, ma sa già che il suo tempo deve essere il tempo dei cambiamenti, delle rivoluzioni. E lui, sin da giovane, si sente il poeta vate di questa innovativa metamorfosi. Il pianoforte è la sua protesi, è il senso stesso della sua vita. Dedito all'esercizio smisurato al fine di cogliere l’assolta compiutezza nell’interpretazione, percepisce e ammicca la sua grandezza, ma, come un romantico che si rispetti, vacilla tra i limiti che solo lui si riconosce e il genio che possiede e che tutti gli riconoscono.

Il libretto è ricco di curiosità e di sentimento di stima e amicizia verso un uomo e un artista straordinario. Nel narrare le lezioni, alle volte con meticolosità, la signora Butini Boissier usa tecnicismi pianistici non sempre da me comprensibili, nondimeno la lettura scorre spassosa.

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