Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 mag 2010

Museo d'ombre - Gesualdo Bufalino (Varie - 1982)

"Anni fa, non so più quando, ma dovette essere prima che i poeti cominciassero a piangere sulla morte delle lucciole, mi accorsi, uscendo di casa una mattina, ch'era tempo di tornare a far pace col mio paese"

Sebbene sia un'"Antologia di Spoon River" comisana, i cui mestieri, i cui luoghi, i cui visi, i cui proverbi sono cari ai ricordi e alle rappresentazioni dello scrittore siciliano, nel silenzio degli anni che scorrono come l'Ippari o l'Anapo, i limiti provinciali si accrescono e si dilatano adagio adagio per divenire sempre più universali, più siciliani. E infatti certi mestieri, certi luoghi, certi personaggi paesani, certi proverbi, io, che non sono comisano ma sono siciliano, li ricordo; prima che morissero. E mi commuovo pensando che sono scomparsi tra i frastuoni della velocità, del tempo perseguitato dagli uomini tormentati dalla sete della premura.
In questo quasi penombroso florilegio, ci troviamo inzuppati in un passato non lontano, è vero, ma ormai quasi del tutto dimenticato. Bufalino, con una straordinaria capacità stilistica ed emozionale, ci porta tra le sue rievocazioni di bambino in una Sicilia andata, in una Sicilia povera, in una Sicilia commovente. E' però questa una Sicilia di luce, al contempo contraddittoria e malinconica, gialla come il sole, azzurra come il mare, rossa come la lava; ingenua, senza mafie né scoppi di lupare in piena notte. Una Sicilia lontana forse, di fiaba, eppure viva negli occhi di memoria che presto, è assai probabile, si chiuderanno per sempre…
In piccoli frammenti di poemetti in prosa, la sapienza poetica del professore siciliano esalta le sensazioni del lettore. Sublime, ma non v'erano dubbi, quando il protagonista è il ricordo personale. Come quando si guardano vecchie fotografie in bianco e nero, è riversata tutta la malinconia di chi vede le cose cristallizzate in un istante e si osservano immutabili ed eterni, ma che invece, immancabilmente, sono evaporati per sempre nel regno delle ombre.

In fondo è un regalo leggere questo libro soprattutto per chi con il passato ha un conto in sospeso, dal malinconico sapore lunare.

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