In questo quasi penombroso florilegio, ci troviamo inzuppati in un passato non lontano, è vero, ma ormai quasi del tutto dimenticato. Bufalino, con una straordinaria capacità stilistica ed emozionale, ci porta tra le sue rievocazioni di bambino in una Sicilia andata, in una Sicilia povera, in una Sicilia commovente. E' però questa una Sicilia di luce, al contempo contraddittoria e malinconica, gialla come il sole, azzurra come il mare, rossa come la lava; ingenua, senza mafie né scoppi di lupare in piena notte. Una Sicilia lontana forse, di fiaba, eppure viva negli occhi di memoria che presto, è assai probabile, si chiuderanno per sempre…
In piccoli frammenti di poemetti in prosa, la sapienza poetica del professore siciliano esalta le sensazioni del lettore. Sublime, ma non v'erano dubbi, quando il protagonista è il ricordo personale. Come quando si guardano vecchie fotografie in bianco e nero, è riversata tutta la malinconia di chi vede le cose cristallizzate in un istante e si osservano immutabili ed eterni, ma che invece, immancabilmente, sono evaporati per sempre nel regno delle ombre.
In fondo è un regalo leggere questo libro soprattutto per chi con il passato ha un conto in sospeso, dal malinconico sapore lunare.
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