Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

10 apr 2010

Le avventure di Pinocchio - Carlo Collodi (Romanzo - 1883)

" - In questa casa non c'è nessuno. Sono tutti morti.
- Aprimi almeno tu! - gridò Pinocchio piangendo e raccomandandosi.
- Sono morta anch'io.
- Morta? e allora che cosa fai costì alla finestra?
- Aspetto la bara che venga a portarmi via.
Appena detto così, la bambina disparve, e la finestra si richiuse senza far rumore"

I continui dialoghi con il lettore, il linguaggio colloquiale, la comicità delle battute - semplici ma brillanti, che fanno da contr'altare alle ristrettezze dei personaggi, complicate ma dignitose - rendono il romanzo gradevolissimo e fluido. Le descrizioni dei luoghi e dei vari personaggi incontrati, così reali e quotidiani, rimangono impassibili e immutabili di fronte ad un burattino di legno che corre per le vie del paese. E' Pinocchio il protagonista della storia, non c'è dubbio, ma i coprotagonisti sono anche i luoghi e la morale che dipingono a tinte fosche e bigotte lo sfondo, e dopo lo consumano.
Capolavoro della letteratura per l'infanzia, la favola di Pinocchio è un tipico Bildungsroman, un romanzo appunto di formazione. E' una storia d'evoluzione, infatti, dove il protagonista si muove per maturare, vivendo diverse contrapposte peripezie. Tra un'avventura e una disavventura, il burattino di legno, che aspira a essere ragazzino, cresce e si forma; si adegua alla soporifera e lagnosa normalità... Pinocchio è simbolo di libertà, di spensieratezza, d'istintività, ma anche di bonaria irragionevolezza. Purtroppo non ha il tempo di perfezionare il carattere del genio ottemperandolo con la ragionevolezza. Si preoccupano di trasformarlo, di assoggettarlo al senso comune, alla "quotidianità media" per citare qualcuno, ambigue figure: un grillo parlante e la sua ombra, una sorellina-mamma dai capelli turchini, un padre putativo che conosce della vita solo la miseria, e altri ancora, tutti coalizzati a sciacquargli il cervello con la morale della convenzione, della sottomissione alle regole...
E' vero, sono continue le redenzioni così come le cadute in tutta la favola; non è che alla fine il Pinocchio burattino diventato ragazzino ricadrà nuovamente per risorgere definitivamente nobile di spirito? Non lo sapremo mai...
Alla luce di quanto detto, si comprende perché l'idealista, non credente ma intimamente cristiano, Benedetto Croce apprezzò Pinocchio e le sue avventure. Una storia reazionaria, dunque.

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