Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

15 apr 2010

Il Signore delle Mosche - William Golding (Romanzo - 1954)

"La prima cosa a cui si abituarono fu il ritmo del lento passaggio dall'alba al rapido crepuscolo. Accettavano i piaceri del mattino, il bel sole, il palpito del mare, l'aria dolce, come il tempo adatto per giocare, un tempo in cui la vita era così piena che si poteva fare a meno della speranza"

Su un'isola deserta, in un mondo senza adulti, naufraghi, un gruppo d’infanti cerca, per sopravvivere, una dimensione sociale nuova. S’inizia da un bisogno: quello di coalizzarsi, di non rimanere soli. L'ignoto, la vita, si sa, non si può affrontare da soli. Ma ciascuno è diverso e i caratteri dei singoli, più o meno dominanti, si scoprono sin dalle prime pagine. Spiccano soprattutto le figure dei leader cui i più deboli, tacitamente e giusnaturalisticamente, si sottomettono. Votano, come in una società che deve per forza uscire da uno stato selvaggio, come in una società che sbiaditamente hanno visto nella loro precedente vita di cittadini, il loro monarca; un re che oscilla prestissimo tra la magnanimità e la tirannide. Eppure la presenza di forti personalità non può non generare agonismo, competizione. E' facile che si possa venire allo scontro, alla fondazione di un altro gruppo. Il gruppo primigenio, infatti, inevitabilmente si sfalda; si creano gruppi più piccoli i cui membri sono più affini tra loro; si genera non un'alleanza bensì la guerra. Senza la conoscenza acquisita faticosamente prima, nella suddivisione dei ruoli, le diverse fazioni formatesi devono ripartire da capo, e senza storia ogni azione è primitiva, istintiva, spesso illogica. Se una conquista avviene, è per sé, per la propria soddisfazione. E', dunque, la vittoria dell'egoismo! Ma è anche la sconfitta del mito dell'autosufficienza, la sconfitta del mito della società razionale, la sconfitta del mito rousseauniano della bontà innata nei bambini… Alla fine questi ragazzi che giocano a fare gli adulti, che nella sostanza sono e restano selvaggiamente malvagi, scoprono e consentono al Signore delle Mosche, il male che è naturalmente in loro, di vincere.
E' curioso notare come dalla paura, dalla solitudine, dall'essere così vicini alla natura si manifesti nei ragazzi un germe di rozza speculazione filosofica e, innegabilmente, teologica. La paura genera una mitologia, una specie di religione il cui Signore è l'ignoto. A tale inspiegabile presenza gli si offriranno doni per ripararsi dalla sua furia. Eppure, sebbene possa confortare, la religione sovente accelera i meccanismi dell'odio e dell'egoismo, ravviva la fiamma della guerra. E, tra una feroce pretesa e un'altra, il ragazzino, l'uomo, si scopre per quello che è: un animale crudele.

In questo pessimismo onnipresente e assillante, alcune pagine, ad esempio quelle dedicate alla morte di Simone, sono narrativamente e stilisticamente fragorose e sorprendenti.
Un libro che potrebbe sembrare d'avventura, su e per ragazzi, e invece...

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