Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 mar 2010

Il mar delle blatte e altre storie - Tommaso Landolfi (Racconti - 1939)

"Il mare a perdita di vista, senza una terra all'orizzonte, sotto la cappa affocata del cielo, appariva nero come l'inchiostro, e di una lucentezza funebre; una quantità sterminata di blatte, tanto fitte da non lasciar occhieggiare l'acqua di sotto, lo copriva per tutta la sua distesa"

Se per metafisica intendiamo una concezione del mondo svincolata dalla realtà di tutti i giorni, questi racconti dell’immaginifico Landolfi possono definirsi pienamente metafisici. Una metafisica rintanata nelle pieghe delle parole, non c'è dubbio, ma perfino in una sorta di relativistico pessimismo caricato di senso, indefinito e indefinibile, dalle storie e dai personaggi. Non c’è permesso di vedere i limiti, i significati, di questo mondo "dopo fisico", tuttavia pare si scorga una sensazione di smarrimento e di scetticismo verso la quotidianità. L'erotismo, ad esempio - che è una costante forte nelle storie - così come le mostruosità fisiche dei personaggi - che non sempre li connotano malignamente - sembrano forme surreali della quotidianità che c’inducono a riflettere sul senso della vita. Si aprono prospettive di riflessione interessanti, soprattutto verso una direzione relativistica. Non credo sia un caso, difatti, che più di un racconto è dedicato (e mi viene in mente "Micromega" di Voltaire) all'astronomia, ai viaggi tra le stelle e le galassie.
Seni che orinano latte, uomini mannari o che hanno braccia dilaniate da cui tirano via astrusi oggetti, farfalle giganti che parlano, vermi che copulano con donne bellissime, blatte che invadono mari e non permettono nemmeno di scorgerne l'acqua, si presentano come elementi del tutto "normali" in un contesto consuetudinario. S'inizia sempre dall'ordinario, ma il surreale che si presenta dopo diventa "normale" in quell'ordinario.
Sebbene alcune descrizioni siano ripugnanti, il modo di presentarle induce non solo alla curiosità, ma finanche alla fascinazione e al sorriso a fior di labbra. "Il Mar delle blatte", il racconto che dà il titolo alla raccolta ad esempio, sembrerebbe un'avventura classica: degli uomini s'imbarcano e partono scoprendo il mare e nuovi personaggi. Eppure questi non sono naturali. Il mare, gli uomini, le donne soprattutto, sono creature pressoché mitologiche e ultraterrene che si confrontano e si lasciano strascicare dagli eventi, fino all'impotenza.
Accanto a tale metafisica dell'usuale slegato dalla realtà visibile, è interessante notare che esiste anche una metafisica classica. Quella cioè che indaga e cerca di afferrare i principi primi posti oltre l'esperienza sensibile dell'uomo. Penso ad esempio al racconto, sotto forma di trattato, "Da: «L'astronomia esposta al popolo»" il quale pretende di mostrare in che modo l'astronomia sia la disciplina somma, superiore a tutte le altre, e che prova l'esistenza di Dio, d'una specie d'aristotelico motore immobile.
Sono, in sostanza, racconti realmente fantastici.

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