Seni che orinano latte, uomini mannari o che hanno braccia dilaniate da cui tirano via astrusi oggetti, farfalle giganti che parlano, vermi che copulano con donne bellissime, blatte che invadono mari e non permettono nemmeno di scorgerne l'acqua, si presentano come elementi del tutto "normali" in un contesto consuetudinario. S'inizia sempre dall'ordinario, ma il surreale che si presenta dopo diventa "normale" in quell'ordinario.
Sebbene alcune descrizioni siano ripugnanti, il modo di presentarle induce non solo alla curiosità, ma finanche alla fascinazione e al sorriso a fior di labbra. "Il Mar delle blatte", il racconto che dà il titolo alla raccolta ad esempio, sembrerebbe un'avventura classica: degli uomini s'imbarcano e partono scoprendo il mare e nuovi personaggi. Eppure questi non sono naturali. Il mare, gli uomini, le donne soprattutto, sono creature pressoché mitologiche e ultraterrene che si confrontano e si lasciano strascicare dagli eventi, fino all'impotenza.
Accanto a tale metafisica dell'usuale slegato dalla realtà visibile, è interessante notare che esiste anche una metafisica classica. Quella cioè che indaga e cerca di afferrare i principi primi posti oltre l'esperienza sensibile dell'uomo. Penso ad esempio al racconto, sotto forma di trattato, "Da: «L'astronomia esposta al popolo»" il quale pretende di mostrare in che modo l'astronomia sia la disciplina somma, superiore a tutte le altre, e che prova l'esistenza di Dio, d'una specie d'aristotelico motore immobile.
Sono, in sostanza, racconti realmente fantastici.
Nessun commento:
Posta un commento