Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 mar 2010

Cattivi pensieri - Paul Valéry (Aforismi e pensieri - 1942)

"La nostra mente è fatta di un disordine più un bisogno di mettere ordine"

Questi pensieri dissacranti, dove per sacro s'intende il pensare quotidiano, disincantano; dove l'incanto che si smarrisce è quello verso il senso comune. La forma aforistica è utile al simbolista per scagliare i suoi strali contro la pigrizia e l'idiozia di cui sono inzuppati gli uomini. Alle volte i pensieri sono pungenti, altre volte ludicamente complicati per l'uso e gli accostamenti delle parole, spesso austeri. Sono, in fin dei conti, massime anticonformiste, che indugiano causticamente sul tema della ragione, che diffidano verso alcuni modi di porsi da meschino intellettuale, verso le fuorvianti etichette in letteratura; in breve sono filosoficamente "cattivi". Una filosofica cattiveria che si compone, e poi magari ricompone, nel tentativo di smantellare certe pretese radicate nel senso comune, nell'ordinario. Pare quasi che i pensieri si pongano in modo scettico, desiderosi di distruggere consuetudini e idee affermate. Si forgia pian piano un genere umano confuso, che ha poche possibilità di cogliere qualcosa di definito, di volgere lo sguardo verso un punto immobile.

Direi un libro pessimista, anzi, mi correggo, "realista".

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