Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

9 gen 2020

Classifica: i più belli e i più deludenti del 2019

Eccomi all'inizio del nuovo decennio a commentare, come d'abitudine, l'anno ormai vecchio. Scivolato via velocemente, il 2019 è stato un anno senza scossoni particolari: lavoro, viaggi, qualche lettura in più, ritrovata e confermata serenità, uno sbandamento a la Stendhal vissuto a Berlino di fronte ai miei quadri preferiti; tutto come dovrebbe essere. Sì, è vero, qualche lettura in più rispetto agli ultimi anni scorsi, ho letto 27 libri, ma devo dire però senza scoperte particolari. Le letture belle ci sono state, penso ai testi su Proust, a Delitto e castigo, a Camus, eppure non sono state letture nuove. Mi è mancato il brivido della novità, l'eccitazione dell'inaspettato, dell'autore da approfondire, del racconto imprevisto e spiazzante. Speriamo nell'anno appena iniziato. Intanto, qui di seguito, l'elenco dei più belli che ho letto nel 2019:


Continuano le letture proustiane e inaspettatamente emozionante è stato il racconto degli ultimi anni di vita di Proust nei toccanti ricordi della sua governante Albaret. Dostoevskij e la sua profondità rappresentano il vertice dell'analisi psicologica dei personaggi, di quelli che toccano il fondo dell'infelicità e che con uno sforzo sovrumano tentano di risalire e di non soffocare. Ancora una volta devo citare in classifica Onfray e il suo libro dedicato allo scrittore e pensatore Camus. Con la sua penna e le sue posizioni, Onfray tratteggia un autore gigantesco. Immenso come La caduta, il romanzo sull'assurdo e sulla assurdità della vita, in cui Camus ci rivela un uomo senza scampo...

Non ci sono stati scritti veramente pessimi quest'anno da menzionare, anche se ho trovato un po' ripetitivi i saggi di Bressanini, nonostante lo ammiri molto come divulgatore scientifico. Una lettura lenta e a tratti noiosa, sebbene ne condivida il pensiero, è stata quella di Benatar, Meglio non essere mai nati, così come Morti favolose degli antichi di Baldi, malgrado la bellissima idea di fondo.

Ma il 2019 segna anche dieci anni di blog. E non posso non spendere qualche parola sul decennio passato. Sono stati anni di cambiamenti radicali, di rivoluzioni, di crepuscoli e di aurore, di atrofie, di scoperte anche. E in tutto questo tempo, oltre ai soliti Bufalino, Nietzsche, Onfray, sono due gli autori che mi hanno tenuto per mano, costantemente, caparbiamente. Devo molto a loro, a Proust, a Cioran, due fratelli spirituali che mi hanno permesso di decifrare il senso del dolore, il senso del non senso. Due autori che di certo anche per il 2020 frequenterò.

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