Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

20 mag 2019

Delitto e castigo - Fedor Michajlovic Dostoevskij (Romanzo - 1866)

"Entrato in camera sua, si gettò sul divano, così com'era. Non dormì, ma rimase assopito. Se qualcuno fosse entrato allora nella sua stanza, egli sarebbe subito balzato su e si sarebbe messo a gridare. Brandelli e frammenti di non so che pensieri addirittura gli brulicavano in capo; ma egli non poteva afferrarne uno solo, su nessuno poteva fermarsi, per quanti sforzi facesse..."

Rileggere un classico dopo vent'anni è sempre pericoloso. C'è il rischio che le emozioni e i brividi provati in gioventù possano non riaffiorare con la stessa forza. Ma un classico, un capolavoro della letteratura russa di questo calibro, avrà sempre qualcosa da dire e quelle emozioni e quei brividi avranno sempre la loro dimensione d'essere. 
La trama di questo romanzo filosofico e psicologico, esistenziale e religioso, è celeberrima: San Pietroburgo, giornate afose; Raskolnikov, ex studente squattrinato, decide di uccidere un'anziana usuraia solo per dimostrare la sua superiorità morale, senza che questa gli avesse fatto un torto. Uccide per puro caso anche la sorella dell'anziana. Tuttavia, immediatamente dopo, inizia un lungo processo introspettivo che porterà Raskolnikov al pentimento e alla confessione del delitto. Il tema principale, quindi, si concretizza nella legge morale secondo cui si può raggiungere la salvezza da un delitto solo attraverso il castigo della sofferenza. È il racconto di una evoluzione che si dipana a partire dalla malvagità più cinica e calcolata fino ad arrivare alla consapevolezza radicale che non solo la malvagità non è utile ma non è neanche giusta. E giustizia significa accettare gli altri e soprattutto accettare la propria sofferenza. Raskolnikov, se prima dell'omicidio non accetta la sua miserevole condizione, e vuole affermarsi individualmente attraverso il diritto sulla vita altrui, oscillando tra disperazione e momenti di soddisfazione, alla fine, attraverso una sofferenza che è sia fisica sia morale, coglie la salvezza, e quindi Dio (la dimensione religiosa). Un mondo ordinato e giusto, quindi; è un mondo in cui hegelianamente di fronte al delitto si riconosce la colpa e quindi il pentimento. Ragione contro spirito dunque, la razionalità estrema, solitaria e cinica del primo Raskolnikov, contro il rinnovamento spirituale del secondo. Un secondo uomo che riesce a trovare il suo vero equilibrio grazie alla dolcezza (forse eccessiva) di Sonia, la povera ragazza persa completamente nel suo mondo di valori cristiani, che con il pianto e facendosi carico della sofferenza di Raskolnikov vive il tormento di quest'ultimo. Alla fine, provvidenzialmente, tutto si conclude con estrema giustizia: Raskolnikov si redime per mezzo della sofferenza, l'apprensiva sorella trova una sistemazione onorevole con un buon amico del fratello, i personaggi che non hanno modo di trovare giustizia al loro male o muoiono o sono condannati.
Analisi profondissima dell'animo umano, un capolavoro d'altri tempi ma perfettamente attuale, Delitto e castigo è il modello perfetto del romanzo psicologico, uno di quei libri da conservare sempre nella propria memoria.

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