"Rientrato a casa, appoggia il libro sulla tela cerata della tavola in cucina, lo sistema sotto il cerchio di luce della lampada a petrolio, lo apre e comincia a leggere. Mentre intorno il mondo scompare, lui entra direttamente in un universo che lo salva. Il libro raccoglie il mondo degli antimondi.
Quando legge, il bambino si tuffa nelle acque lustrali della cultura. Quando rialza la testa, alla madre mostra uno sguardo strano, stravolto, come quello d'un intossicato che ritorna alla luce, all'aria del mondo, alla vita, alla superficie".
"Vita filosofica di Albert Camus", come recita il sottotitolo, è un racconto che oscilla tra elementi di vita comune e pensieri straordinari, che fanno di Camus un modello perfetto di coerenza. Nietzschiano di sinistra, intollerante verso ogni forma di ingiustizia, edonista, esistenziale più che esistenzialista, libertario, anarchico, ferocemente contrario alla pena di morte, antitotalitario, il Camus di Onfray ci appare in tutta la sua squisita figura. Onfray, lontano da ogni pretesa freudiana, rivive negli eventi biografici il senso del pensatore francese, così legato alla terra e alla vita. Un filosofo che ha tratto la sua filosofia dall'esperienza diretta, praticando il mondo, rimanendo fedele all'infanzia, al padre morto in guerra, alla madre muta, alla miseria in cui ha trascorso la giovinezza. Camus è il pensatore che è, perché del suo essere concreto ne ha tratto insegnamenti filosofici veri.
Nell'analisi della sua vita e delle sue opere, la malattia (del corpo e dello spirito) e l'edonismo stanno a braccetto, si stuzzicano a vicenda in una dialettica felice e creatrice. Deciso e coerente, legato al reale e non all'idea, Camus si configura così come il giusto modello filosofico e politico da contrapporre a Sartre, il filosofo dell'opportunità e dell'ideologia.
In una prospettiva politica postnazionale e internazionalista, con il suo essere dionisiaco, esaltatore del corpo e del mondo, epicureo, mediterraneo, Camus vive con profondo dolore gli anni della guerra, dei lager e dei fascismi, ma allo stesso tempo, e con la stessa forza, odia i gulag sovietici e i massacri dettati dalla penna di Marx. Ecco perché è diventato il nemico di tutti, delle destre e delle sinistre.
In questa poderosa e brillante biografia filosofica, si ripercorre non solo la straordinaria forza di un uomo decisivo per il Novecento, ma anche una storia che ha abbracciato gli anni più tragici e turbolenti del secolo scorso. E dentro questa storia di contraddizioni, di brutture, di tragedie, Camus è riuscito a rimanere coerente con le sue idee e con la sua realtà, e a guardare al futuro proponendo soluzioni umane, concrete, ma purtroppo ancora lontane dall'essere realizzate.
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