Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

23 ago 2011

Uomini e no - Elio Vittorini (Romanzo - 1945)


"Il sole del deserto splendeva sulla città invernale. L'inverno era come non era più stato dal 1908, e il deserto era come non era mai stato in nessun luogo del mondo. Non era come in Africa, e nemmeno come in Australia, non era né di sabbia né di pietre, e tuttavia era com'è in tutto il mondo. Era com'è anche in mezzo a una camera".

Diviso in 136 brevissimi capitoletti, scritto in modo semplicissimo, con una sintassi per nulla ipotattica, il romanzo, considerato il primo della Resistenza, si legge d'un fiato. Enne 2 è il protagonista, il comandante partigiano che tra un'azione militare e l’altra vive la sua crisi interiore. Innanzi alla guerra, ai corpi morti dei civili uccisi per rappresaglia in una Milano invernale e luminosa, matura la storia d'amore tra Enne 2 e Berta, una donna sposata che, infelice, oscilla tra la serenità e la felicità. Entrambi sono in guerra contro i tedeschi, ma anche contro se stessi, con i loro ricordi. Le riflessioni sulla guerra e sull’amore, e quindi sull’uomo e sul suo significato, non solo si leggono nei dialoghi tra i vari personaggi, ma soprattutto in alcuni capitoli che interrompono più volte gli altri. Scritti in corsivo e in prima persona (a differenza degli altri), questi capitoli rimarcano ancora di più il loro ruolo di riflessione pura e segnano uno stacco netto tra il momento realistico della storia e quello più onirico. A raccontare Enne 2 è uno Spettro che gli parla, che lo esorta alla felicità; un alter ego, in uno sdoppiamento interiore, dietro cui sembra celarsi l'autore stesso. Eppure lo Spettro è anche la memoria di chi cerca di recuperare i ricordi d'infanzia felici, i ricordi lontani dalla guerra. Se la storia mostra gli orrori e le difficoltà della guerra, i capitoli in corsivo esprimono l’intima sofferenza del partigiano. Un soldato però che non è d'un pezzo, ma ha il temperamento dell'intellettuale, con tutti i suoi dubbi e le sue incertezze. Questi ultimi sono quelli di un partigiano che però è pure un uomo che si pone le grandi domande sulla vita e sulla morte. 
Il romanzo si conclude con la scoperta dei tedeschi dell'alloggio di Enne 2, e questo deciso a non scappare. Mentre l'operaio che lo avvisa del ritrovamento tedesco diventa il protagonista. La storia infatti termina con il racconto di questo operario che vuole imparare a essere un partigiano, ma che di fronte a un soldato tedesco, pur avendone l'opportunità, decide di non ucciderlo. Un pizzico di non dimenticata umanità, di speranza...

Le pagine sono intrise dell'idea che ogni dettaglio non debba essere trascurato. E per assecondare quest’idea di estremo realismo, lo scrittore siracusano utilizza uno stile semplice e dialoghi riportati nell'uso comune – elementi che almeno rendono spedita la lettura. Tuttavia le conversazioni si perdono in continue ed estenuanti ripetizioni e facezie che non riesco ad apprezzare fino in fondo.

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