Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

21 giu 2020

Ricordando Cioran - Mario Andrea Rigoni (Saggio - 2011)

"Quando venne a trovarmi a Padova, prendendo alloggio in una semplice locanda così come aveva fatto a Venezia, la prima cosa che volle vedere non fu uno dei tanti monumenti storici o artistici della città, ma la Basilica di S. Antonio, con il sorprendente corteo di pellegrini che da sempre vi affluiscono da tutte le parti del mondo. Commentò, mi pare, che questa forma di devozione assolveva i medesimi compiti della psicanalisi. Visitando il Giotto degli Scrovegni, si soffermò un momento sulla rappresentazione dei Vizi e delle Virtù, osservando sarcasticamente che gli uni erano la verità e le altre la menzogna".


Un'amicizia lunga, quella tra l'italiano Rigoni e il filosofo franco-rumeno. E in questo brevissimo opuscolo sono raccolti pensieri personali, ricordi commoventi e aneddoti deliziosi del loro rapporto. L'autore spiega anche perché Cioran non era di moda negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso (un anti-Sartre, un anti-Heidegger non poteva avere spazio nel panorama intellettuale di quei decenni). Insiste sulla figura di un uomo che ha vissuto la filosofia sulla sua pelle: un pensiero, quello di Cioran, che nasce autenticamente e che inevitabilmente lo ha portato a ripristinare lo stile intenso, diretto e lucido della superba tradizione persa dopo Schopenhauer e Nietzsche.
Un ricordo genuino.

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