Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

8 giu 2020

Bestiario - Julio Cortazar (Racconti - 1951)

"In fin dei conti era una vita triste. Isabel una notte si domandò perché mai i Funes l'avevano invitato a trascorrere l'estate con loro. Non aveva l'età per capire che non si trattava di lei, ma di Nino, un giocattolo estivo per rallegrare Nino. Riusciva soltanto a comprendere la casa triste, Rema come se fosse stanca, che non pioveva quasi e le cose, tuttavia, erano come umide e abbandonate. Dopo alcuni giorni si abituò all'ordine della casa, alla non difficile disciplina di quell'estate a Los Horneros"


Una grande casa condivisa da un fratello e da una sorella che sono costretti a lasciare perché occupata da non definite presenze; un uomo che confessa in una lettera che vomita conigli; una donna che sente la sofferenza di un'altra donna a Budapest e che, una volta incontrata, si scambiano i corpi e le vite; una donna che salita su un Omnibus è fissata in modo imbarazzante e inquietante da tutti, così come lo sarà un altro passeggero (il racconto più bello); un allevamento di mancuspie (animali inventati) da gestire mentre bisogna curarsi con l'omeopatia, perché quando gli animali stanno male trasmettono agli uomini una forte cefalea; una giovane Circe, Delia, che vede morire i suoi fidanzati; Mauro, che, invitato dal suo migliore amico ad andare in una milonga per dimenticare Celina, la compagna appena morta, vede quest'ultima ballare il tango; una bambina che fa in modo che lo zio finisca divorato da una tigre che si aggira indisturbata nella loro proprietà. Sono gli otto racconti neofantastici (manca del tutto l'atmosfera gotica) che spesso conservano un'atmosfera surreale, onirica (non è un caso che spesso i protagonisti sono insonni). 
La realtà sembra essere vista con gli occhi di un bambino, e le pagine sono allucinate, le situazioni sono irreali, anche se in contesti assolutamente ordinari e quotidiani. Gli elementi soprannaturali, però, non sono percepiti come anomali. La normalità si gonfia a tal punto da spezzarsi nella surrealtà, una frattura che purtroppo mai diventa terremoto di emozioni. I racconti sono semplici nella loro idea e nel loro sviluppo, ironici, asciuttissimi nello stile, e si spengono senza che ci sia stato un vero climax emotivo.

2 commenti:

  1. Ciao, complimenti di questo post!
    Ti condivido il mio nuvo blog di Letteratura:
    https://lectoresyrelatoscreamos.blogspot.com/
    grazie!

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