Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

28 mar 2020

A noi due - Claudia Carmina (Saggio - 2018)

"Pur tenendo fissa la concentrazione sulle grandi questioni esistenziali, Bufalino si avvicina sempre più al Postmodernismo: ne frequenta i temi privilegiati (il labirinto, la biblioteca, il complotto, la storia e il passato come sfondi artificiali, lo scambio tra realtà e finzione, tra parole e cose); spinge in direzione della metaletteratura, della riflessione sul linguaggio, del citazionismo, dell'intertestualità. Più che guardare al Postmodernismo degli ultimi vent'anni del Novecento, Bufalino sembra però gareggiare con le finzioni, i labirinti immaginari,  le cattedrali epistemiche di Jorge Luis Borges".


Il grande scrittore del Novecento, ancora oggi attualissimo e sempre più da riscoprire, è un autore che nella sua opera ha sempre sfidato il lettore. Con un vezzo di balzachiana memoria, Gesualdo Bufalino, coltissimo e raffinatissimo, ha duellato con il lettore tendendogli sempre delle trappole; dal primo sublime capolavoro, Diceria dell'untore, al suo ultimo romanzo pubblicato, Tommaso e il fotografo cieco, finanche nell'incompiuto Shah Mat. La sua opera è, infatti, costellata di citazioni, criptocitazioni, astuzie, trabocchetti (alle volte sono volutamente svelati, il più delle volte no) che per il lettore, quello più attento e deciso a giocare, sono rebus ed enigmi da risolvere. È evidente che la sfida, però, è sempre pilotata dallo scrittore; è lui che decide quando lanciarla, è lui che tiene le carte in mano, è lui che spesso suggerisce le mosse al lettore. È importante notare che il duello ha lo scopo di far riflettere il lettore sul significato della vita e sul destino degli uomini. In questo gioco di specchi e di rimandi, infatti, si inseriscono i grandi temi bufaliniani: la malattia, la morte, l'amore, Dio, la memoria.
Un valore, quello agonistico, che diventa peculiarità di tutta la produzione bufaliniana. Nel 'Bufalino e la sfida al lettore', come recita il sottotitolo, l'autrice del saggio, quindi, analizza l'intera produzione dello scrittore, suddividendola in tre grandi fasi e di conseguenza in tre diverse strategie: l'esordio con Diceria, le opere degli anni Ottanta, gli ultimi romanzi degli anni Novanta. Se il lettore in Diceria è lo stesso autore, dopo il successo Bufalino tratteggia un lettore realmente esistente e concreto, un lettore amato e odiato che diventa sì complice, ma che allo stesso tempo deve essere depistato e disorientato. Nell'ultima fase produttiva invece, quella della vecchiaia potremmo dire, Bufalino cerca con il lettore una maggiore complicità, un'alleanza contro l'inconcludenza del mondo, della vita e della storia. Così i romanzi sono di intrattenimento e il lettore a cui si rivolge è il lettore medio, sebbene colto e capace di muoversi tra le citazioni e le astuzie bufaliniane.

Nonostante sia un saggio accademico, è ben scritto, lineare; una buona palestra per ripassare la poetica dell'eccitante scrittore comisano.

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