Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

10 mar 2020

Le veridiche avventure di Jean Meslier (1664 - 1729) - Thierry Guilabert (Saggio - 2010)

"Ecco Meslier al suo tavolo di lavoro, piuma d'oca e candela, buttar giù righe senza rileggere, senza riguardare, trasportato dal flusso, srotolando in qualche sorta le certezze a lungo conservate dentro di sé. Finalmente parla, finalmente si libera del suo voto del silenzio, si sogna dinanzi ai suoi parrocchiani declamando la sua prosa di demolitore, quasi recitando a memoria venticinque o trent'anni anni di elucubrazioni"

Curato ateo, libertario, comunista e internazionalista ante-litteram, femminista, antispecista, materialista anticartesiano, precursore della Rivoluzione francese, Jean Meslier per quarant'anni è stato il prete di Étrépigny e di Balaives, piccolissimi villaggi di campagna nelle Ardenne. Vivrà tranquillamente. Avrà delle perpetue giovani con le quali avere rapporti carnali e soddisfare senza lussuria il proprio desiderio. Vivrà di letture significative, La Boétie e Montaigne su tutti, di lotta al favore di un popolo ignorante sì, ma oppresso dalle tasse e dal peso della monarchia di Luigi XIV. Ma nel 1716 Meslier si rifiuta di pregare per la famiglia del signore di Cléry, il potente della zona. E, dopo uno scontro di autorità durissimo, la punizione: un mese di seminario a Reims e mandare via la sua domestica. Ecco allora la collera esplodere. Da quel momento la vendetta si consumerà a colpi di penna e inchiostro di notte, a lume di candela. Scrivendo con tutta la sua furia dell'assurdità della religione cattolica, di tutte le religioni, dimostrando il legame forte tra il re, i potenti e i preti, trascorrendo gli ultimi dieci anni della sua vita come dottor Jekyll di giorno e Mr. Hyde di notte, il pastore che segue e accudisce le pecore del suo gregge di giorno, il lupo che azzanna e divora il padrone di notte. Ma il giorno dopo la sua morte, nel giugno del 1729, Meslier lascerà due lettere ai due curati dei paesi vicini e l'annuncio di una memoria consegnata il giorno prima alla cancelleria di giustizia. È il momento della verità insomma. Da allora i testi divennero clandestini, ovviamente; all'epoca l'eresia si pagava con il rogo. Voltaire, potente, riuscì ad avere una copia del testamento: una sfortuna per il prete ateo. Adattando il pensiero di Meslier al suo deismo, Voltaire scrisse pagine insincere e indecenti per un filosofo, lasciando ai posteri un ricordo ambiguo, ingannevole e falso.
Per fortuna è possibile leggere il testo integrale del Testamento (purtroppo introvabile in traduzione italiana, se non nella mutilata e in parte riscritta versione voltairiana) e questo libro ne riassume ottimamente i contenuti. Menzogne, superstizioni, ignoranza: sono queste le sostanze di cui si cibano le religioni che una volta masticate vomitano nauseabonde al popolo. Così si dimostra che Dio non esiste. Che i suoi presunti attributi sono contraddittori. Che anche l'anima spirituale non esiste. Che le Sacre Scritture sono piene di orrori e di falsi storici, di superstizioni mitologiche la cui morale giustifica l'ordine che vede oppressi e oppressori. Scritture che di sacro non hanno nulla, ma raccontano di falsi miracoli, di dogmi che capovolgono la ragione, la giustizia e la natura. Svelato ciò, è giunto il momento che il popolo prenda coscienza di essere una cosa sola e ciò lo porterà sicuramente alla ribellione contro i parassiti e gli oppressori della società, contro il re, il clero e i nobili.

Una biografia curata, ben scritta e ricca che recupera la verità storica con un certo e prezioso tasso polemico. Ottima anche la prefazione di Onfray, che non poteva mancare.

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