Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

18 lug 2020

La memoria rende liberi - Enrico Mentana, Liliana Segre (Saggio - 2015)

"Arrivati ad Auschwitz, vedemmo i prigionieri che erano in lager già da un po' raccogliere le nostre cose e accatastare i bagagli, mentre i soldati ci ispezionavano. Fummo separati, uomini e donne, e io nei miei tredici anni spauriti, non conoscendo nessuna lingua straniera, senza capire dove mi trovavo e che cosa mi stava succedendo, io, senza saperlo, lasciai per sempre la mano del mio papà".


Nel 1938, con l'approvazione delle fasciste leggi razziali, l'Italia si è macchiata di un crimine vergognoso agli occhi della storia e dell'umanità. Liliana Segre, orfana di madre, ha nel padre, nel suo amore smisurato, tutta la dimensione della famiglia. Ha allora otto anni e da quel momento, senza alcun senso ma solo perché di origine ebraica, inizia una violenta discesa verso l'inferno che la porterà, insieme alla sua famiglia, ad Auschwitz-Birkenau. Da quel lager, alla fine della guerra, tornerà sola, in un'Italia distrutta da ricostruire. Il racconto, però, non si limita al ricordo dell'incredibile esperienza di Auschwitz, ma si sofferma anche sulla terribile marcia della morte, sul ritorno alla indigeribile banalità della vita borghese, sulla scoperta rivoluzionaria dell'amore e il matrimonio con Alfredo, sulla nascita dei figli, sulla depressione che ha spinto una non più giovane Liliana a testimoniare la sua esperienza di sopravvissuta e il suo stupore di fronte al male che gli uomini riescono a fare ai suoi simili; si sofferma, infine, sulla sua personale ricerca di senso verso una crudeltà che non può averne. 
Il giornalista Mentana raccoglie i ricordi della vita interrotta di una bambina nella Shoah, come recita il sottotitolo, in un libro lineare, semplice, diretto che ancora una volta ci obbliga a riflettere sulla nostra identità, sulla natura ambivalente dell'uomo, capace di amore e di odio anche senza un perché.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog