Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

26 apr 2020

Le lacrime di Nietzsche - Irvin David Yalom (Romanzo - 1992)

"È strano, ma nel momento stesso in cui, per la prima volta in vita mia, rivelo la mia solitudine in tutta la sua profondità, in tutta la sua disperazione, in quel preciso momento la solitudine si squaglia! L'istante in cui ti ho detto che nessuno mi ha mai toccato è stato esattamente quello in cui mi sono lasciato toccare. Un istante straordinario, come se un'enorme crosta intima di ghiaccio si fosse improvvisamente riempita di crepe, andando in frantumi"

Ottobre 1882, Venezia, caffè Sorrento. Joseph Breuer, noto medico viennese incontra Lou Salomé, una bellissima donna che teme per la vita del suo carissimo amico Friedrich Nietzsche. Il grande filosofo ancora sconosciuto, infatti, soffre di emicrania, nausea, insonnia, depressione, assume dosi massicce di morfina e minaccia di suicidarsi dopo la rottura con Salomé stessa. Breuer, in quegli anni turbato dalle convenzioni sociali e soprattutto dalla sua paziente Bertha, affascinato dalla bellezza e dalla volontà di Lou Salomé, decide di incontrare il filosofo, a patto di non rivelargli mai dell'incontro avvenuto a Venezia. Architettata la prima seduta a Vienna, Breuer è già convinto che la cura del corpo passi attraverso la cura dell'anima, recuperando lì la radice dei mali. La storia si costella quindi di incontri tra il filosofo Nietzsche, solitario risoluto, orgoglioso, sprezzante di tutto e di tutti e lo psichiatra Breuer, uomo non troppo sereno, sposato ma affascinato dalla paziente Bertha, un po' insicuro (è lui il vero protagonista del romanzo). Più che di incontri leggiamo di scontri tra due modi di pensare opposti, sottili partite a scacchi tra due intelligenze spiccate ed eccezionali. Breuer è anche amico di un giovane Freud assetato di sapere e con delle strane idee sui sogni e sulla non unitarietà dell'io. Con lui Breuer si confida sulle sedute che tiene con il riottoso Nietzsche. Per non farsi scappare l'opportunità di curarlo, Breuer decide di farsi a sua volta analizzare filosoficamente da quest'ultimo, di diventare un filosofo lui stesso, di voler essere se stesso fino in fondo e fino in fondo libero. Una proposta che il padre dell'oltreuomo accetta volentieri. Nei loro dialoghi ricolmi di citazioni, sembra di assistere alla nascita della psicoanalisi. Nietzsche cerca di liberare Breuer dalle sue ossessioni per Berta e utilizza le associazioni libere, l'interpretazione dei sogni; le ossessioni sono analizzate alla ricerca dell'origine, sono ricercate le relazioni edipiche; insomma l'inconscio è sondato nei suoi meandri più profondi. I due, che in un primo momento erano diffidenti l'uno con l'altro, diventano amici. Ed è qui che si ha una svolta: Breuer capisce l'origine dei suoi disagi, dei suoi turbamenti e si sente libero di confessare ogni cosa. Una consapevolezza che acquisisce alla fine anche lo stesso Nietzsche, quando compresa l'origine dei suoi mali, decide di dedicarsi unicamente a Zarathustra.
Sebbene i personaggi siano realmente vissuti, i loro rapporti e gli avvenimenti raccontanti sono inventati. Nel gioco letterario, mentre i verosimili intrecci emotivi e sentimentali si dipanano, emerge l'uomo con le sue malattie, la sua quotidianità, la sua solitudine. È un bell'esercizio che cerca di mostrare Nietzsche e Breuer nelle loro debolezze, nelle sofferenze che porteranno soprattutto il filosofo a svettare sulle più alte cime del pensiero. Una lettura decisamente spassosa.

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