Presentazione


Presentazione

Questo spazio è dedicato agli appunti, alle briciole di recensione irrazionali, che colgo, da lettore appassionato e spesso rapsodico, nei miei viaggi verso la lentezza e la riflessione. Briciole di recensione irrazionali dunque.

Briciole perché sono brevi, a-sistemiche, frammentarie, come un certo spirito moderno pretende. Non sono delle vere recensioni. Queste hanno uno schema e una forma ben precisa, mentre i miei sono più che altro appunti colti sul momento, associazioni d’idee, giudizi dettati dalle impressioni di un istante, da una predisposizione d'animo subitaneo, da un fischio di treno... E perciò li definisco irrazionali. Perché sfuggono da un qualsiasi schema predefinito, perché sono intermittenti, perché nella scelta di un libro, per via di una congenita voracità, spesso non seguo linee e percorsi definiti dalle letture precedenti, ma mi lascio trasportare dagli ammiccamenti o dalle smorfie di sfida che un libro sulla mensola della libreria mi lancia.

È un modo insomma di coltivare, di giocare, di prendere vanamente in giro la memoria, per conservare, catalogare e archiviare frammenti di ricordi e suggestioni che un giorno, magari, potranno farmi sorridere e, perché no, commuovere.

13 apr 2020

Il piacere della lettura - Marcel Proust (Saggi - 1906)

"Non erano le campane rimbombanti che rientrando al villaggio - quando ci si approssimava alla chiesa che, da vicino, riprendeva la sua sagoma alta e austera, inalberando contro l'azzurro della sera il suo cappuccio d'ardesia punteggiato di corvi - si sentivano far volare in frantumi il suono, sulla piazza, 'per i beni della terra'. In fondo al parco arrivavano attutite e piene di dolcezza e non rivolgendosi a me, ma a tutta la campagna, a tutti i villaggi, ai contadini spersi nei campi, non mi costringevano assolutamente ad alzare la testa, mi passavano accanto, portando l'ora ai paesi lontani, senza vedermi, senza conoscermi e senza disturbarmi"


Nel saggio Sulla lettura, prefazione alla traduzione di una raccolta di saggi di Ruskin, Proust descrive la sua idea di lettura e del suo valore, anticipando inconsapevolmente l'approccio alla scrittura che sarà totale nella Recherche. A differenza del grande critico inglese che descrive l'atto della lettura come uno spazio per la conversazione, un dialogo con gli autori del passato, per il grandissimo scrittore francese leggere è un'esperienza solitaria, l'esperienza psicologica che ci permette di comprendere quanto forte sia il desiderio della solitudine. Leggere significa estraniarsi, significa evadere dagli altri, significa esercitare l'immaginazione che si dissolve inevitabilmente in presenza di altri. Un'introduzione quindi che significativamente va contro il pensiero del libro di Ruskin che, in teoria, avrebbe dovuto sostenere.
Per Proust, inoltre, nella lettura si coglie la differenza tra persone reali e personaggi dei romanzi. Quest'ultimi, nel racconto della loro vita, ci mostrano i meccanismi che ritroviamo nella nostra vita, ma in modo analitico, più veloce, e quindi ci è più facile comprenderli. E così il lettore, la persona reale, cambia muta, cresce, si disillude. Il tempo narrativo infatti, più veloce rispetto a quello della vita, ci permette di cogliere un senso che difficilmente potremmo capire nella quotidianità.
Ma al di là della generale teoria proustiana a cui non possiamo dare torto, le letture lasciano l'immagine, il ricordo dei luoghi e dei periodi in cui sono state fatte. Ed è in questo senso che si inserisce la rievocazione di un bellissimo e lungo racconto di un ricordo d'infanzia. Il ricordo di quando, durante le vacanze da bambino nella sua Combrai, Proust si immergeva nella lettura e il tempo si sospendeva, fino a quando non arrivavano gli altri a disturbarlo. E poi, quanto sentimento nel suo stile, quanta bellezza nella dettagliata e al contempo magica e onirica descrizione della sua stanza, la stessa del bacio della Recherche...
Oltre a questo saggio, il volume raccoglie un articolo, Giornale di lettura, pubblicato su Le Figaro e dedicato al telefono, al suono e anche alla lettura. Sono brani, quindi, per occasione di scrittura mondana, che però già ci suggeriscono le formidabili capacità scrittorie di un giovane Proust, e l'inizio di una primordiale elaborazione della teoria dell'intermittenza del cuore e della memoria involontaria.

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